martedì 19 gennaio 2010

MARCIA DELLA PACE - Bresciaoggi

La marcia della pace per l'acqua libera

L'INIZIATIVA. In diverse centinaia ieri mattina hanno camminato dalla chiesa di Sant'Antonio di Mompiano fino a piazza della Loggia e Santa Maria in Silva

Consegnata al primo cittadino una lettera perché il Comune si impegni nel rispetto del territorio e dei diritti delle persone
  • 18/01/2010

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La marcia della pace all’arrivo in piazza della Loggia per l’incontro con il sindaco Adriano Paroli FOTOLIVE

Brescia. Fate bene voi che siete giovani a fare queste cose, perché la pace è importante. Dopo la seconda guerra mondiale credevo che la guerra non tornasse mai più e invece…»: Maddalena Tosini, da cinquant'anni residente a Mompiano, sta entrando nella chiesa di Sant'Antonio dello stesso quartiere, per la messa, anche se oggi non è una funzione come tante dato che apre la marcia della pace, organizzata da alcune comunità «cristiane radicate sul territorio sensibili ai temi della pace e di uno sviluppo sostenibile nonché al rispetto per i nostri fratelli immigrati» si legge nel breve volantino di indizione.
«BISOGNA RISVEGLIARE il senso di solidarietà - continua Maddalena - che si è perso, nonostante Cristo ci abbia insegnato che siamo tutti uguali». Di uguaglianza parla anche don Piero Verzelletti nell'omelia nella chiesa gremita per l'occasione: «non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza dignità, non c'è dignità senza diritti». Il corteo parte di buon passo in direzione Borgo Trento, chiesa di Cristo Re, «del resto don Fabio Corazzina ha sempre una marcia in più» commentano le diverse centinaia di partecipanti: credenti e laici, cristiani e musulmani, politici locali di centro sinistra e gente comune «sono qui perché sono una vecchia compagna e femminista».
Precisa Carla Ferrari Aggradi: «per me la pace e la convivenza civile sono valori fondamentali e oggi Brescia se li è scordati, diventando una città inospitale, dal punto di vista di chi governa. I cittadini invece sono più accoglienti, quando però non sono accecati da paure indotte». «Brescia vede i musulmani come nemici» conferma Marta Corsini, 22 anni, tra le organizzatrici, «soprattutto tra noi giovani non c'è accoglienza» rincara la sua amica Stefania Cingia «e questo è sintomo di ignoranza». L'accoglienza è al centro della tappa in Borgo Trento, dove il corteo è accolto dai canti diretti da don Umberto, che, invitando i presenti ad abbracciarsi in segno di pace, stringe Said Meghras, marocchino, da 18 anni residente nel bresciano, convinto che «il clima si sta inquinando, come musulmano mi sento bersagliato». Diversa la situazione di Felicité Toubemne, 34 anni, cristiana dal Ciad, su una sedia rotelle, che partecipa «perché è un segno di integrazione». Felicité si è sentita accolta, «anche dal servizio disabili che mi aiuta con i trasporti». Soddisfatta anche Lucia Konstut, undicenne di origini ghanesi ma nata a Brescia, che si trova bene qui, forse perché cattolica e di cosiddetta seconda generazione.
La marcia prosegue verso Piazza Loggia, dove è attesa dal sindaco, al quale viene consegnata una lettera che all'amministrazione chiede impegni precisi: riconoscere l'accesso all'acqua come diritto umano e quindi preservarla da speculazioni economiche; esprimere contrarietà al coinvolgimento di A2A nella corsa al nucleare civile; impegnarsi affinché il nuovo PGT impedisca inutili ed ulteriori speculazioni edilizie e cementificazioni; limitare il traffico automobilistico privato potenziando il trasporto pubblico; regolamentare il parco cave Brescia est. In particolare per l'acqua la Loggia potrebbe concretamente prendere una posizione con un decreto che definisca questo bene non commerciabile e quindi preservalo dalla privatizzazione e dalle leggi del mercato. «Il consiglio comunale è maturo per affrontare questa discussione» sostiene Laura Castelletti, che però lamenta l'assenza di rappresentanti della maggioranza ad accogliere la marcia.
Alla tappa finale, in S. Maria in Silva, don Corazzina è soddisfatto per la partecipazione «eterogenea e attenta, in un clima sereno e costruttivo. Ora aspettiamo i segnali dall'amministrazione. La marcia di oggi è stato un modo per dire come è possibile rendere Brescia più bella».

Irene Panighetti

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