mercoledì 20 gennaio 2010

Dal sito La Repubblica

Borse di studio solo a studenti italiani
Il giudice: "Non è il Festival di Sanremo"

Accolto il ricorso presentato nei confronti del Comune di Chiari (Brescia), che permetteva la partecipazione a un bando di concorso per premiare "l'eccellenza scolastica" solo ai cittadini italiani. La giunta: anche al Festival non sono ammessi stranieri. Il tribunale: "Ma quella è la kermesse della canzone italiana"

Il requisito della cittadinanza italiana per assegnare delle borse di studio costituisce "una illegittima disparità di trattamento" e rientra "nella nozione di discriminazione vietata dal nostro ordinamento". Lo scrive il giudice del tribunale di Brescia che ha accolto il ricorso presentato dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) nei confronti del Comune di Chiari (Brescia) che permetteva la partecipazione a un bando di concorso per premiare "l'eccellenza scolastica" solo ai cittadini italiani.

Nel bando di concorso 'Premi all'eccellenza scolasticà per l'anno 2008-2009, l'amministrazione comunale di Chiari aveva previsto e richiesto il requisito della cittadinanza italiana. Il giudice ha accertato, come richiesto dall'Asgi e da un'altra associazione, il carattere discriminatorio del "comportamento" tenuto dal Comune, ordinando di modificare la delibera con la quale è stato istituito il bando con l'esclusione del requisito e la fissazione di nuovi termini di scadenza del concorso.

All'amministrazione comunale - che nella causa aveva sollevato la questione della "discrezionalità amministrativa" - il giudice Elisabetta Sampaolesi fa notare, nelle motivazioni del provvedimento, che "dall'ordinamento è vietato qualsivoglia atto di discriminazione". L'amministrazione comunale, come riporta il giudice, aveva eccepito riguardo "al mancato patrocinio di cause da parte delle associazioni ricorrenti nei confronti per esempio del Festival di Sanremo". Il magistrato sul punto chiarisce che "per quanto suggestive", le argomentazioni del Comune "non appaiono però persuasive", perché "trattandosi del Festival della canzone italiana è stato senz'altro rispettato il principio di ragionevolezza".

(19 gennaio 2010)

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