mercoledì 25 aprile 2012














Questa mattina alla commemorazione del 25 aprile, ha sfilato con gli abari delle associazioni militari anche la bandiera del Partito Democratico.
E' con orgoglio che rivendichiamo il fatto che il nostro era l'unico Partito presente.
Sabato scorso il Segretario Provinciale Bisinella ci aveva chiesto di non "AVERE PAURA " a dire che eravamo del PD.
Oggi, nel marasma dell'antipolitica e del siete tutti uguali,il Circolo di Gussago "Marianna Piardi" ha urlato forte il suo
"IO NON HO PAURA".
Care iscritte, cari iscritti,
il 25 aprile noi italiani ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e la resistenza di quanti lottarono
anche a costo della vita per la libertà e la democrazia nel nostro paese. Se oggi noi viviamo in un mondomigliore lo dobbiamo anche a loro. Per queste ragioni, la celebrazione del 25 aprile per noi democratici non è un semplice rito, ma il momento in cui ciascuno rinnova l'impegno personale e collettivo per la difesa e lo sviluppo della democrazia in Italia e in Europa.
La ricorrenza del 2012 si presenta da questo punto di vista ancora più significativa. Fin dall'inizio il
Partito democratico ha avuto l'ambizione di essere il partito della liberazione, della Costituzione e della ricostruzione civile e democratica dell'Italia. Abbiamo passato anni terribili. Il populismo ha governato il paese, portando l'Italia sull'orlo del burrone. Noi abbiamo lottato contro questa deriva, chiamando tutti alla riscossa civile, per riportare l'Italia nell'alveo del modello europeo. A lungo siamo stati soli. Gran parte della classe dirigente sosteneva Berlusconi e il suo populismo e chiudeva gli occhi di fronte alla realtà. Alla fine i frutti dell'impegno del Pd sono arrivati, come dimostrano i risultati delle amministrative e dei referendum del 2011, la caduta del governo Berlusconi.
A un passo da una crisi devastante abbiamo ottenuto l'uscita da palazzo Chigi di Silvio Berlusconi.
Il Pd si è impegnato, per la salvezza dell'Italia, al sostegno del governo guidato da Mario Monti. Il compito di un grande partito popolare e nazionale è di pensare prima all'Italia e poi ai suoi interessi. L'eredità lasciata dal centrodestra è tuttavia pesante e il senatore Monti ha dovuto prendere provvedimenti impopolari. Non tutte le misure che sono state varate l'avremmo predisposte noi. Abbiamo avanzato le nostre proposte e ottenuto anche alcuni importanti miglioramenti (dal prelievo sugli esportatori di capitale che hanno sfruttato il condono di Tremonti alla lotta contro l'evasione, alla difesa dell'articolo 18, fino alla battaglia per il futuro degli esodati). Ma non dimentichiamo e non permettiamo che si dimentichi che Monti è venuto non dopo i partiti, ma dopo Berlusconi.
Siamo a un tornante storico. Ci troviamo a vivere insieme la crisi economica più grave dal 1929 e la crisi politica peggiore dal 1992, anno di Mani Pulite. In questo passaggio il Pd si è assunto il compito di tenere in collegamento il governo con le esigenze sociali e la sofferenza del paese. Il Pd vuole essere il motore che spinge l'Italia ad arrestare il declino, a riprendere la crescita e, nello stesso tempo, il partito che promuove una riforma profonda della politica, senza la quale non può esservi una riscossa del paese. In un momento così difficile per gli italiani è indispensabile ridare un senso etico alla politica, far capire che solo la buona politica può far uscire il paese dalle secche e che nuove scorciatoie populiste, di qualsiasi segno, ci riporterebbero nel burrone. I partiti, in primo luogo il Pd, devono dunque dare l'esempio, tirando la cinghia e avviando un rinnovamento e un rafforzamento delle regole interne, in modo da riavviare il cammino della democrazia.
Fin dall'inizio il Pd ha deciso di far certificare i propri bilanci da una società esterna di revisione (la stessa che certifica il bilancio della Banca d'Italia) ed ha proposto una legge per applicare e regolare l'articolo 49 della Costituzione, in modo da fissare norme precise per la vita interna e per la trasparenza dei partiti politici, fondamentali in ogni democrazia occidentale. Non erano scelte casuali, erano volute. Ma ora bisogna fare di più. In questo ambito il Pd punta a una immediata e profonda riforma del finanziamento pubblico, perché i partiti, se devono assolvere al proprio compito democratico, non possono e non devono vivere prigionieri dell'interessato sostegno del o dei miliardari. In particolare, il Pd propone:
a) La certificazione dei bilanci dei partiti da parte di società esterne di revisione; il controllo da parte
della Corte dei conti; la pubblicazione dei conti su internet.
b) Tetti drasticamente più stringenti per le spese elettorali, non riferibili solo al periodo immediatamente precedente il voto, imponendoli dove oggi non sono previsti e riducendoli dove sono già in vigore.
c) Il dimezzamento da subito, rispetto all'anno scorso, dell'ammontare complessivo del finanziamento
pubblico ai partiti costruendo un sistema basato su due pilastri, secondo il modello tedesco:
1) un contributo fisso relativo al numero dei voti; 2) un'agevolazione o una compartecipazione pubblica commisurata in base all'entità del finanziamento privato raccolto da ciascun partito. In proposito vanno ricordati due temi. Il primo: il Pd ha, fin dalla nascita, raccolto parte non irrilevante dei fondi con il tesseramento e con le feste democratiche, che per scelta politica il Pd lascia ai territori, con i contributi dei parlamenti e degli amministratori. Il secondo: il Pd ha girato una parte dei finanziamenti alle strutture regionali e continuerà a farlo anche nelle nuove e più stringenti condizioni. Con questo passaggio l'Italia resterà largamente al di sotto di quanto avviene in Germania, in Francia, in Spagna.
d) Il finanziamento privato deve essere consentito solo per somme molto contenute e reso trasparente, in modo che i cittadini possano controllare. 
Il Parlamento oggi ha la possibilità di varare in poche settimane sia le norme per regolare la vita interna dei partiti, sia i drastici tagli e la riforma del sistema di finanziamento pubblico. E' un contributo che la politica deve dare, oltre all'indispensabile riforma della legge elettorale per consentire ai cittadini di scegliere i parlamentari, alla riduzione del numero dei deputati e dei senatori e agli altri interventi di rinnovamento istituzionale. Il Pd prende l'impegno solenne a procedere su questa strada e a incalzare le altre forze politiche, che devono abbandonare posizioni di facciata per essere richiamate alla concretezza dei fatti e dei tempi per ottenere risultati certi prima delle vacanze estive. Il Pd non da oggi ha ingaggiato la battaglia per la ricostruzione civile e democratica dell'Italia, per uscire dal populismo e tornare in Europa. Oggi, 25 aprile, è il momento per rinnovare quell'impegno. Lo prendo di fronte a voi che ogni giorno alimentate le iniziative del partito. Chiedo a tutti forza e tenacia nel sostenere le ragioni della buona politica, le stesse che hanno spinto ciascuno di noi a lavorare per la democrazia e per il nostro paese.

 Roma, 24 aprile 2012

Pier Luigi Bersani

lunedì 16 aprile 2012

PIAZZA LOGGIA : 38 anni dopo

Tutti assolti! Questo l'esito della sentenza...che dopo 38 anni non trova nessun colpevole per una strage che ha provocato otto morti e più di cento feriti.
Io quel giorno ero lì. Non fisicamente, avevo solo un anno di vita, ma ero in Piazza Loggia nel cuore di mio padre che quando è tornato a casa dopo aver visto "saltare in aria" alcuni dei suoi compagni di battaglie sindacali, ha abbracciato la sua bambina piangendo; In poche occasioni ho visto piangere mio padre , ma quando ricorda quel giorno di tanti anni fa non riesce a non commuoversi, e ora oltre al dolore della perdita, dell'impotenza di veder morire tante persone innocenti, si aggiunge la rabbia di non vedere trionfare la giustizia.
Questa sentenza non deve però, far indignare solo chi era presente quel giorno, o i famigliari delle vittime, ma tutti i cittadini e le cittadine bresciane, il popolo tutto, perchè dopo 38 anni una sentenza ci dice che in quella piazza non è mai accaduto nulla...Devono indignarsi tutti coloro che credono nella democrazia, nella giustizia, la politica in modo particolare deve tornare a interrogarsi su questi temi e cercare le risposte .

giovedì 5 aprile 2012

LAVORO, IL PD CONQUISTA UN PASSO IN AVANTI. ORA IL DDL PASSA AL PARLAMENTO. IL MAL DI PANCIA DI IMPRESE, BANCHE E FALCHI PDL. MENTRE IN CONFINDUSTRIA LA DESTRA PREPARA LA BATTAGLIA CONTRO IL NUOVO PRESIDENTE.
Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha ottenuto il passo avanti che tutto il partito aveva deciso di chiedere al governo nella riunione della direzione del 26 marzo scorso. Nel Ddl del governo è scritto che anche per il licenziamento economico il giudice potrà decidere il reintegro. Ora naturalmente bisognerà valutare bene tutto il testo del disegno di legge, che passa all’esame del Parlamento.
Imprese, banche e falchi Pdl sono rimasti spiazzati. Reagiranno e tenteranno di lanciare una controffensiva con incursioni in Parlamento. La battaglia è ancora aperta. Ma intanto è stato ottenuto un punto decisivo.
Cisl e Uil hanno dichiarato di apprezzare il cambiamento. La Cgil attende di esaminare il testo. Ugl contraria. E dopo questo passaggio non facile all’interno della Confindustria è cominciata la battaglia per limitare e imbrigliare il nuovo presidente, Squinzi, da parte degli sconfitti sponsorizzati dalla Fiat di Sergio Marchionne.
Ma bisogna anche fare presto per cominciare a occuparsi non solo di regole, ma anche e soprattutto di come dare lavoro, perché la crisi morde la carne viva del paese, come dimostrano anche i casi di disperazione e di gesti estremi da parte di imprenditori e lavoratori colpiti da recessione e disoccupazione.
Pier Luigi Bersani al Tg3: "Quell'articolo non sarà scritto con la mia penna, ma penso sia un passo avanti importantissimo. Il principio del reintegro c'è, l'onere della prova non a carico lavoratore c'è... Credo possa rispondere all'ansia diffusa tra milioni di lavoratori. Vedremo la norma, questo è un punto rilevante...". "Si tenga conto che stiamo parlando di una sessantina di articoli, ci sono tantissime cose positive, ma anche qualcosa da migliorare e discutere. Il percorso in Parlamento credo sarà celere, ma credo potrà dare l'occasione per perfezionarle queste norme". "Intanto cominciamo a far lavorare, credo che il Parlamento sia perfettamente in condizione di dare una mano seria, perché c'è gente che conosce le cose". Il lavoro delle Camere potrà "migliorare in tempi ragionevolmente brevi". "Voglio credere – ha proseguito il segretario del Pd – che chiunque possa registrare un passo avanti, un cambiamento rispetto al testo precedente, credo che il mio partito e la nostra gente siano soddisfatti e mi auguro che lo siano tutti". "Io mi auguro – ha concluso Bersani - che il prossimo vertice di 7 ore e mezzo, perché tanto è durato per me, sia dedicato all'agenda per creare occupazione. Ogni passo in più per la crescita va benissimo, parliamo di regole ma anche di dare un po’ di lavoro".
Rosy Bindi: "Valuteremo con attenzione il testo. Il Pd aveva chiesto che anche per i licenziamento individuali di carattere economico vi fosse sempre la valutazione del giudice con la possibilità del reintegro. Sembra si vada in questa direzione, con un significativo cambiamento rispetto all'impostazione originaria. Certo resta l'ambiguità del ministro Fornero che quando invita le aziende a non avere più alibi per investire in Italia perché sarebbe stato modificato l'art. 18, sembra in realtà avallare una interpretazione delle modifiche che renderebbe più facili i licenziamenti, anziché tutelare i diritti dei lavoratori. Forse prima di rassicurare le imprese, andrebbero rassicurati tutti gli italiani anche perché per combattere la disoccupazione crescente servono prima di tutto politiche industriali e misure che favoriscano la crescita economica".
Anna Finocchiaro: "Noi valutiamo che, se il testo confermerà quanto annunciato in conferenza stampa dal governo, sia stato fatto un passo avanti importante sull'articolo 18. Il nostro giudizio su questa riforma del mercato del lavoro è positivo. Ci sono tante parti che ci sembrano davvero soddisfare le necessità che abbiamo di fronte: superare innanzitutto lo squilibrio tra i precari e i lavoratori a tempo indeterminato, prevedere strumenti per gli di ammortizzatori sociali che siano adeguati alla difficoltà del momento, agevolare l'accesso al mercato del lavoro. Ci sono anche misure che riguardano l'occupazione femminile che ci sembrano primi segnali nella giusta direzione". "Ora – ha continuato Anna Finocchiaro – ci apprestiamo alla discussione parlamentare, che sarà senz'altro approfondita perché la riforma del mercato del lavoro è un tema molto complesso e serio che noi complessivamente valutiamo in maniera positiva e che faremo in modo di approvare in tempi rapidi, compatibili con una compiuta lettura del provvedimento". "Se il testo confermerà quanto hanno detto il Presidente Monti e la ministro Fornero in conferenza stampa, si è data una risposta positiva alle ansie di tanti lavoratori e lavoratrici che potevano temere la formulazione originaria dell'articolo 18. Ora il tema da affrontare – ha concluso la presidente del gruppo Pd al Senato – è come rispondere alle ansie, e le cronache di questi giorni ne sono purtroppo una triste testimonianza, di quanti hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere l'azienda".
Dario Franceschini (su Twitter): "Torna il reintegro per i licenziamenti economici. Hanno vinto il buonsenso e... la determinazione".
Enrico Letta (su Twitter): "Era difficile. E' bel passo avanti. Vertice fa prevalere la volontà di buone riforme per far ripartire l'Italia. Determinante unità del Pd".
Stefano Fassina, responsabile economia del Pd: "Le parole del ministro Fornero e del presidente Monti indicano che nel Ddl lavoro è prevista la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici dovuti a motivi giudicati insussistenti. E' una soluzione positiva, innovativa e coerente con i principi di civiltà del lavoro distintiva dell'Europa". "Il percorso parlamentare – prosegue – consentirà di poter intervenire su altri punti del pacchetto lavoro che vanno rivisti: l'aumento dei contributi e l'esclusione dagli ammortizzatori sociali per i lavoratori parasubordinati; l'aumento dei contributi per i contratti a tempo determinato per attività stagionali; le politiche attive per il lavoro. In tempi rapidi, il Parlamento in sinergia con il governo può approvare una buona legge".