lunedì 10 settembre 2012

Ieri a Reggio Emilia si è chiusa la festa del PD con l'intervento del nostro segretario Pier Luigi Bersani.
 Non pubblico ne video ne articoli al riguardo, quelli li trovate tranquillamente in rete.
Vorrei invece raccontarvi la mia impressione dopo averlo ascoltato dal vivo. Ovviamente non ho la pretesa di essere un'alternativa adeguata per sostituire un qualunque giornalista. Ma il mio  racconto sarebbe  forse il vostro  se foste stati li...e per quelli che c'erano ci si può magari confrontare....
Bersani ha detto esattamente ciò che avevo nel cuore, ha disegnato un'Italia fatta di diritti, di chiarezza, di opportunità, di coraggio, di solidarietà, ma anche di responsabilità e di doveri primi fra tutti, i doveri della classe politica che non può più continuare a nascondersi dietro a vecchi stereotipi.
E Bersani il primo passo lo ha già compiuto, non si è nascosto dietro uno statuto che gli permetteva di essere già il leader del PD; ha voluto e vuole le primarie aperte....un segno di grande democrazia, ma anche di voglia di mettersi in gioco.
Ha parlato da uomo di governo ieri, il nostro segretario, ha tracciatto la linea politica e fatto proposte, non si è nascosto dietro le responsabilità di altri, anche se non ha risparmiato critiche precise.
Ha spiegato le scelte fatte, ha rimandato al congresso le questioni interne al partito, non per mancanza di coraggio ma per rispetto di una Italia in ginocchio difronte ad una crisi che non accenna ad arretrare.
I problemi sono tanti e complessi, mal'entusiasmo e l'ottimismo non sono mancati ieri a Reggio, ne tra la folla ne tantomeno nelle parole di Bersani.
Adesso dobbiamo rimboccarci le maniche ed iniziare a credere che prima di tutto non siamo tutti uguali e che non esiste la politica ma gli schieramenti politici. Proviamo a fare uno sforzo ad andare oltre quello che i media, la rete, vuole che sappiamo, riempiamo dinuovo i circoli, entriamo di persona a vedere cosa fa il PD prima di giudicare.... mettiamoci in gioco.


Aggiornamento referendum

Sono 6 referendum che vogliamo proporre all'attenzione degli iscritti al Pd. Lunedì prossimo sarà attivo il sito www. referendumpd.it dove troverete tutte le informazioni e i materiali per iniziare a raccogliere le firme degli iscritti per poter presentare i sei quesiti. Le firme da raccogliere sono circa 30.000 che potrebbero sembrare poche ma in realtà sono molte, in quanto per presentare i referendum lo statuto prevede che si raccolgano a sostegno solo firme di iscritti. Ecco una breve presentazione dei sei referendum:


  1. Riforma fiscale: chiede al Pd di impegnarsi a promuovere una riforma fiscale che abbassi le tasse sul lavoro e che reperisca le risorse necessarie istituendo un'imposta sui grandi patrimoni. Alleviare il carico di chi lavora e produce, e spostarlo sulle rendite, questa la nostra proposta di Riforma Fiscale.
  2. Reddito minimo: In sintesi, appunto, si propone di riformare il welfare riconducendolo tra i diritti fondamentali del cittadino, indipendentemente dalla sua condizione lavorativa, e mettendosi così in linea con tutti gli altri paesi europei, anche per recuperare alla piena cittadinanza economica e sociale le categorie oggi più marginalizzate (i giovani e le donne). E si può fare, come è già dimostrato possibile, senza aggravi per il bilancio pubblico.
  3. Alleanze: Un solo quesito politico su sei, perché volevamo trattare temi concreti, ma comunque volevamo sfruttare il referendum del Pd anche per questioni di indirizzo, come è effettivamente previsto. Perché alle prossime politiche il Pd sia il perno di un patto tra le forze progressiste e democratiche, ma senza cercare sponde – incomprensibili per i nostri elettori – in quelle forze politiche che non solo hanno lungamente condiviso la stagione del berlusconismo, ma che con il suo partito ancora oggi governano comuni, provincie e regioni.
  4. Ricandidabilità: l'incandidabilità dei condannati al Parlamento, al Governo e alle cariche in società pubbliche. Una proposta offerta al Pd per sanare la mancanza di "disciplina e onore" richiesta dalla Costituzione ai nostri eletti, e troppo spesso gravemente mancante in questi anni. Perché in un Paese in cui la corruzione costa ogni anno 60 miliardi di euro, è necessaria una moralizzazione, ed è necessaria soprattutto a partire da chi amministra la cosa pubblica per conto dei cittadini.
  5. Consumo di suolo: la richiesta che Partito Democratico promuova una legge che tuteli gli spazi non urbanizzati, introduca il monitoraggio degli usi del suolo, incentivi il recupero degli immobili non utilizzati o sottoutilizzati e cancelli la legge che consente l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti dei comuni. Per salvaguardare una risorsa limitata e non rinnovabile del Paese e dei suoi cittadini.
  6. Matrimoni gay: un referendum sul matrimonio per ricordare che il matrimonio è un istituto civile a cui ogni cittadino deve poter accedere - se vuole - e quindi sentirsi uguale a tutti gli altri cittadini, avere accesso al diritto alla felicità e contribuire a rendere il Paese un luogo migliore, perché un Paese dove i diritti sono accessibili è un Paese migliore per tutti.