domenica 27 aprile 2014

Elezioni Europee 2014


ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014

 
Domande e risposte sull’Europa 5° parte 
 

Immigrazione

L'Italia è un paese di frontiera, cosa fa l'Europa per aiutarci a gestire i flussi migratori?
L'Italia è il secondo maggiore beneficiario dei fondi europei nel settore dell'immigrazione e dell'asilo e il maggiore beneficiario se si considera solamente il fondo per l'integrazione. Negli ultimi anni sono stati molto importanti i fondi dati all'Italia per rafforzare il proprio sistema di gestione dell'immigrazione e delle frontiere, 22 milioni sono stati stanziati solo lo scorso anno per far fronte alla tragedia di Lampedusa (il 50% dei fondi di emergenza disponibili a livello europeo in quel momento). Ma non si tratta solo di fondi, l'Italia riceve supporto costante da parte di due agenzie europee, Frontex e EASO che mettono a disposizione delle autorità italiane materiali e esperti di altri paesi. L'Europa non lascia sola l'Italia, ma la solidarietà europea può funzionare solo se le autorità nazionali si impegnano in un serio processo di riforma della gestione dei flussi migratori e dei richiedenti asilo.

Come può l'Europa intervenire per migliorare le condizioni nei centri di accoglienza per gli immigrati e la procedura per le domande di asilo?

Grazie all'Europa, in tutti gli stati membri esistono normative specifiche per la richiesta di asilo politico e per la gestione dei rimpatri. Senza queste normative, che uniformano le procedure e i diritti dei migranti, oggi l'Italia sarebbe probabilmente sprovvista di qualsiasi garanzia per i migranti che si trovano a vivere l'esperienza del CIE o che hanno depositato una richiesta di asilo. Gli eventi degli scorsi mesi testimoniano purtroppo che l'Italia è carente nell'applicazione della normativa e nel rispetto dei diritti garantiti ai migranti, per questa ragione la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia nel settore dell'asilo.
 
Il peso dei richiedenti asilo ricade interamente sulle spalle dei Paesi del Sud Europa?

Non è vero che la maggior parte dei richiedenti asilo arrivano in Italia, secondo i dati EUROSTAT l'Italia è solamente quinta nella graduatoria dei paesi che ricevono domande di asilo, con una percentuale proporzionale al proprio peso economico e demografico nell'Unione Europea. Il sistema europeo di gestione delle politiche di asilo inoltre è stato appena riformato rafforzando i diritti garantiti ai richiedenti asilo, in particolare stabilendo che se un migrante ha familiari in un altro paese europeo, quest'ultimo sia quello responsabile ad esaminare la sua richiesta, indipendentemente dal paese di ingresso nell'Unione.
 
L'Europa è stata troppo aperta con gli immigrati, dobbiamo proteggere i nostri posti di lavoro ed evitare che i nostri sistemi di sicurezza sociale siano abusati.
In primo luogo è importante differenziare tra comunitari ed extracomunitari. I primi sono portatori di diritti direttamente per l'appartenenza alla comune cittadinanza europea, mentre i secondi li acquisiscono sulla base dello status di cui godono (rifugiati, migranti di lungo periodo...). In ogni caso dobbiamo essere consapevoli che sono proprio gli immigrati che negli ultimi anni hanno contribuito in maniera fondamentale alla tenuta economica, sono loro spesso ad aprire le nuove aziende e ad aiutarci a combattere il calo demografico in atto in Europa che rende insostenibile il nostro sistema di welfare e pensionistico.

venerdì 25 aprile 2014

Celebrazione del 69° Anniversario del 25 aprile


 25 APRILE 2014


     

Bella Celebrazione del 25 aprile questa mattina a Gussago. 
Anche oggi il Partito Democratico è stato in piazza a 
FARE MEMORIA 
della nostra STORIA.  Il 25 aprile 1945, è stato solo il giorno conclusivo di un cammino verso la "LIBERAZIONE" dall'oppressione del nazifascismo. Tante donne e uomini hanno combattuto donando la propria vita, perchè noi oggi avessimo la LIBERTA'.
E il Circolo di Gussago, lo può dire a testa alta: anche oggi eravamo l' UNICO PARTITO rappresentato in Piazza. 
 
NOI C'ERAVAMO!

mercoledì 23 aprile 2014

25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE


25 APRILE 2014


Venerdì, si celebra il "69 Anniversario della Liberazione"
Per mantenere viva la memoria di quei giorni così importanti, che ci portarono la LIBERTA',
il Circolo del Partito Democratico di Gussago,
intitolato a "Marianna Piardi", una delle "STAFFETTE"  così erano chiamate quelle ragazze che facevano da tramite fra i partigiani e la cittadinanza
invita tutti i Gussaghesi a ritrovarsi in Piazza Vittorio Veneto.
 
Dobbiamo essere in tanti.
 
 
« Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. »

Sulla Resistenza ormai sono state dette e scritte così tante parole e si sono viste così tante immagini che il rischio più preoccupante è l’oblio pianificato. E in Italia sono in troppi quelli che preferiscono dimenticare (non solo la Resistenza e i partigiani). O uno, per volontà e motivazioni personali, sa orientarsi nel labirinto di memorie, di interpretazioni storiografiche e di polemiche politiche, oppure forse è più utile prendere uno zaino e infilarsi un paio di scarponi. Per ricordare bisogna camminare.
DIEGO MARANI * Sentieri partigiani in Italia


 

domenica 20 aprile 2014

Buona Pasqua





Il Circolo del Partito Democratico "Marianna Piardi" di Gussago, augura a tutti una felice Buona Pasqua.

Il direttivo del Circolo.

venerdì 18 aprile 2014

Elezioni Europee maggio 2014


ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014
 
 
Domande e risposte sull’Europa 4° parte
 
Lavoro
E’ vero che le riforme del lavoro, come quella della Ministra Fornero, ce le ha ordinate la Commissione Europea?
No, la Commissione Europea non ha le competenze per “ordinare” ad un Paese di fare una riforma. La sovranità sulle politiche del lavoro e del welfare rimane agli Stati nazionali. La Commissione Europea può però fare pressioni politiche, “raccomandando” delle linee di azione sulla base delle migliori pratiche esistenti in Europa. In questi anni la Commissione non ha chiesto all’Italia di liberalizzare brutalmente il mercato del lavoro. Le ha raccomandato di eliminare la discriminazione tra il lavoro tipico e quello atipico, di tappare i buchi degli ammortizzatori sociali, di mettere insieme dei servizi funzionanti per l’impiego, di combattere le discriminazioni contro le donne nel lavoro. Nel 2010, il Parlamento Europeo ha anche mandato un ammonimento ufficiale all’Italia (una risoluzione) per spingerla a creare uno schema di reddito minimo, unico Paese in Europa ad esserne privo.
Com’è possibile evitare che Paesi come la Croazia o la Romania facciano concorrenza all’Italia puntando sui loro salari bassissimi?
L’Europa non può intervenire direttamente per alzare i salari nei Paesi dell’Est. Ricordiamoci che questi Paesi hanno salari bassissimi perché hanno economie poco sviluppate e con ancora alti livelli di povertà. L’Europa può promuovere degli standard minimi comuni al di sotto dei quali nessun lavoratore possa essere impiegato. Già lo fa (parzialmente) con regole comuni su lavoro atipico, orario di lavoro, regole per lavoratori distaccati all’estero, diritto al mantenimento dei diritti previdenziali in tutta Europa. La sfida è alzare questi standard, proporre nuove regole comuni a livello europeo, perché anche gli standard sociali più bassi si alzino ai nostri livelli, così come i nostri livelli di protezione si devono alzare a quelli della Svezia o della Danimarca.

mercoledì 16 aprile 2014

Elezioni Europee maggio 2014


ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014


Domande e risposte sull’Europa 3° parte
 
Economia

Come far ripartire subito l'economia? L'Europa è davvero così impotente?

La crescita europea è stata inferiore negli ultimi anni rispetto ad altre aree del mondo anche perché la Banca Centrale Europea (BCE), a differenza delle altre banche centrali, non è una banca prestatrice di ultima istanza ed ha come unico obiettivo quello di tenere i prezzi bassi. Eppure anche senza cambiare i Trattati Europei la BCE può fare di più. Può ad esempio immettere miliardi di euro nell’economia reale comprando azioni e titoli di Stato in borsa (gli esperti lo chiamano “allentamento quantitativo”). Ma la BCE è prudente: aspetta prima il sostegno politico dell’Europa. Se il nuovo Parlamento si schierasse con forza a favore di queste misure, questo consentirebbe alla BCE di lanciare una grande operazione di immissione di denaro fresco per investimenti e crescita.
Dopo sei anni di crisi economica dobbiamo ancora avere fiducia nell'euro?

L'ingresso dell'Italia nell'euro ha portato stabilità e più vantaggi per le famiglie, abbassando i rendimenti sui titoli di Stato e riducendo i costi nelle transazioni internazionali. Fin dai primi anni della sua nascita l'euro si è imposto come una delle principali monete mondiali, arrivando persino ad insidiare il primato del dollaro. Tuttavia l'euro doveva essere solo il primo passo verso un'integrazione maggiore degli Stati europei in senso federale. Gli economisti della Commissione europea al tempo della creazione dell'euro avevano messo in guardia sui rischi di una moneta unica non supportata da un bilancio federale e da una Banca Centrale attiva per ridurre gli squilibri economici. La crisi ha fatto emergere con forza questi elementi di debolezza. Oggi è compito della politica completare le istituzioni e i meccanismo che faranno funzionare meglio l'euro e l'economia europea: questa è la posta in palio con il voto del 25 maggio.

lunedì 14 aprile 2014

ELEZIONI EUROPEE 2014


ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014



Domande e risposte sull’Europa 2° parte
 
Cittadinanza
L'Europa è una realtà lontana, chiusa nella sua torre d'avorio e i cittadini non hanno possibilità di influenzarne le politiche?
Non è vero!
 
Ogni cittadino europeo può scrivere alla Commissione europea, che è obbligata a rispondere entro quindici giorni, basta mandare una mail al commissario responsabile o utilizzare il sistema Europa Direct. I cittadini europei possono presentare una petizione al Parlamento Europeo e, da pochi mesi, proporre leggi europee di iniziativa popolare (iniziative di cittadinanza). Il modo più diretto di influenzare la politica europea resta ovviamente quello di andare a votare alle elezioni del 25 maggio: sulla base dei risultati, infatti, verrà indicato il Presidente della Commissione Europea che guiderà l'esecutivo comunitario per i prossimi cinque anni. E soprattutto, il Parlamento Europeo è ormai coinvolto a pieno titolo nella procedura legislativa, ogni singolo voto può quindi fare la differenza nell'adozione di direttive e regolamenti che avranno un impatto decisivo sulla nostra vita quotidiana, oltre che nelle decisioni fondamentali sull'utilizzo dei fondi comunitari.
 Sono un cittadino europeo, cosa significa in pratica?
Essere un cittadino europeo apre a ciascuno di noi l'accesso a diritti fondamentali di cui spesso non ci rendiamo conto, primo tra tutti il diritto a circolare liberamente in Europa senza frontiere e stabilirci in un altro paese. La cittadinanza europea ci dà diritto all'elettorato attivo e passivo, non solo per le elezioni europee, ma anche per le elezioni amministrative nel caso in cui ci trasferissimo a vivere in un altro Paese. Inoltre abbiamo diritto alla rappresentanza consolare quando viaggiamo all'estero, a proporre petizioni al Parlamento europeo e a chiedere l'intervento del mediatore europeo. A questi diritti fondamentali si aggiungono importanti diritti sociali in tema di accesso alla sanità, al mercato del lavoro, o alla pensione qualora ci trasferissimo a vivere in un altro paese, o ci trovassimo in difficoltà mentre siamo in viaggio in Europa. Questi diritti, inimmaginabili per i nostri genitori, sono oggi parte della nostra quotidianità.

sabato 12 aprile 2014

Elezioni Europee maggio 2014


ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014


Domande e risposte sull’Europa 1° parte
Costi e opportunità in Europa

E' vero che l'Italia conferisce molti soldi al bilancio europeo e riceve molto poco indietro?
No!
L'Italia è un "contribuente netto" del bilancio europeo ma è anche il secondo paese all'interno dell'Unione (siamo dietro solo alla Polonia) per quantità di risorse ricevute in stanziamenti, fondi e investimenti per la politica di coesione.

Il bilancio europeo è un appesantimento ulteriore per le finanze statali e per l'economia nazionale? Faremmo meglio a tenere questi soldi per noi?
No!
Il bilancio europeo prevede, per il 90% delle sue risorse, investimenti da ridistribuire agli Stati membri per finanziare quelle opere che da soli non potrebbero nemmeno immaginare. Non possiamo prescindere dagli investimenti per far ripartire la crescita: il bilancio europeo è l'unico strumento, al momento, che possa prevedere un piano di investimenti ingenti e di incentivi all'economia e ai territori. Gli Stati membri destinerebbero davvero la stessa parte di risorse in investimenti o la userebbero per risolvere problemi di piccolo cabotaggio ma magari utili per campagne elettorali?

giovedì 10 aprile 2014

Il Partito Democratico è pronto per la sfida delle Europee



Sabato 12 aprile 2014 inizia ufficialmente la Campagna Elettorale per le Elezioni Europee.
E' un momento fondamentale per la costruzione di una vera Europa dei Popoli, in antitesi ai Populismi e agli Euroscetticismi che stanno minando le fondamenta della costruzione della vera CASA COMUNE EUROPA.
 
EUROPA è sinonimo di PACE.
 
Il nostro impegno deve essere massimo, per rafforzare quanto di giusto e bello già è presente e per modificare e migliorare quanto frena lo sviluppo e la crescita della Comunità Europea.
Tutti dobbiamo essere impegnati perché il Partito Democratico VERO  PARTITO EUROPEISTA, già al lavoro per il risanamento dell'Italia, abbia UN GRANDISSIMO CONSENSO e con i suoi rappresentanti, tutti di alto livello, lavori
PER UNA GRANDE EUROPA.
 
Il nostro Circolo sabato mattina sarà in Piazza Vittorio Veneto, dalle ore 8.00 alle ore 12.00.
Vi aspettiamo a trovarci.