giovedì 29 ottobre 2009

Fotografie Primarie e Sella dell'Oca

Abbiamo inserito le fotografie fatte durante le Primarie per l'elezione del Segretario Nazionale del Partito Democratico vedi...... e le fotografie fatte alla Commemorazione dell'uccisione dei partigiani alla Sella dell'Oca vedi....

Forze dell'ordine in sciopero



A rischio il controllo del territorio. Mancano mezzi e strutture
I sindacati: "Non si può essere indifferenti sulla sicurezza"

Spunta un busto raffigurante Berlusconi: "Papi, come ci hai cucinato bene"


Roma, poliziotti in piazza contro i tagli "Governo irresponsabile, Brunetta buffone"


ROMA - Mancano macchine e benzina. Gli uffici non riescono a far fronte alle pratiche. E il governo taglia, nonostante le promesse. Oggi a Roma gli operatori delle forze di polizia manifestano contro i tagli alla sicurezza e per la difesa di dignitose condizioni economiche e professionali. Lo fanno con un corteo, destinazione Piazza Navona. Tra loro spunta un busto in cartapesta dedicato a Silvio Berlusconi: "Papi, come ci hai cucinato bene". E i 30mila in piazza criticano il ministro della Funzione Pubblica e le ronde: "Brunetta buffone", "Le ronde sono vergognose".

I sindacati delle forze di polizia denunciano "le irresponsabili scelte del governo", come la riduzione di oltre 40mila unità il numero degli operatori in servizio e la "sottrazione del il 44% delle risorse alle attività operative e organizzative". Inoltre le forze dell'ordine criticano la decisione "di rinviare di tre anni il rinnovo del contratto collettivo di lavoro e di sottrarsi all'impegno di realizzare un nuovo modello di sicurezza che esalti le professionalità". E ancora: "Sono scelte, queste del governo, che smentiscono gli impegni assunti in campagna elettorale, ed esprimono una sostanziale indifferenza verso il diritto alla sicurezza dei cittadini".

I sindacati sostengono che "i tagli incidono pesantemente anche sulla spesa corrente" e sulle voci di bilancio ministeriale "relative all'acquisto delle autovetture, della benzina, alla gestione degli uffici e delle strutture". Tutto questo incide e inciderà ancor di più dal 2010 sul "reale controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine" e quindi "sulla sicurezza dei cittadini".

Le denunce sono nette: "Ad oggi, purtroppo, la politica del governo è un'altra". Il taglio di circa tre miliardi di euro in tre anni al Comparto Sicurezza e Difesa, unito agli effetti dell'ex decreto Brunetta ora convertito in legge, "sta producendo una pesante riduzione di personale a causa del mancato turn over e un innalzamento dell'età media dei poliziotti italiani, che ormai sfiora i cinquant'anni".

Alla protesta partecipano membri della Polizia e della Guardia di Finanza, agenti della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello stato. C'è anche il Cocer dei carabinieri. "Per una volta siamo tutti uniti". Da "questo governo, che ha avuto anche i nostri voti, abbiamo avuto solo promesse e ora ci troviamo con macchine che fanno schifo, senza soldi per la benzina e caserme in cui non si pagano gli affitti".

Le reazioni - "La sicurezza non si fa con le ronde, ma con i poliziotti: è ora che il governo venga in Parlamento per dare risposte serie su questo tema". Lo dice il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani a piazza Navona dove si è concluso il corteo. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "Se anche le forze di polizia sono costrette a scendere in strada per far valere i loro diritti per servire il paese, allora vuol dire che siamo veramente alla vigilia di uno sfascio". In serata arriva la reazione di Brunetta. I poliziotti che oggi hanno manifestato a Roma sappiano che "il Governo non ha alcuna intenzione di cedere a ricatti, a manifestazioni di piazza e a strumentalizzazioni politiche". Lo afferma in una nota il portavoce del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta.

(28 ottobre 2009) "La Repubblica"

martedì 27 ottobre 2009

Risultati Primarie

Ecco i risultati definitivi delle primarie svoltesi a Gussago domenica:

Votanti: 791

NAZIONALE

Bersani: 392
Franceschini: 285
Marino: 104
Bianche nulle 10

REGIONALE

Martina: 397
Fiano: 280
Angiolini: 99
Bianche nulle: 15

Un grandissimo ringraziamento a tutti quanti hanno partecipato col loro voto a questo momento di grande DEMOCRAZIA.

Giancarlo.

sabato 24 ottobre 2009

Articolo dell'Unita' - 23 ottobre - Il lavoro a Brescia

Lavoro

Brescia, la resistenza della leonessa operaia contro la crisi

di Rinaldo Gianolatutti gli articoli dell'autore

L’appuntamento è alle nove, davanti ai cancelli presidiati della Mac, azienda di stampaggio di lamiere confinante con l’Iveco del gruppo Fiat. «Noi da qui non ci muoviamo» assicura Fausto Angeli, 43 anni, delegato della Fiom, «hanno già cercato di portar via i macchinari,ma li abbiamobloccati. Siamo rimasti154 operai, il padrone vuole trasferire tutto a Chivasso perchè dice che non c’è più lavoro. Fino al 1999 eravamo nell’Iveco, poi ci hanno scorporato ma avevano sottoscritto l’impegno a intervenire qualora ci fossero stati problemi occupazionali. Invece, adesso dicono che non possono far niente perchè c’è la crisi». Piove e fa freddo a Brescia, sul piazzale i lavoratori distribuiscono caffè e vin brulè per riscaldarsi. Dal palco improvvisato il microfono lancia gli interventi di operai e delegati, arriva anche il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini. Brescia è stata la capitale dell’industria meccanica, grandi e piccole aziende, imprenditori duri e puri, lotte feroci e belle conquiste. Una massa enorme di operai, di tutte le condizioni e professionalità, presidio di democrazia e di stabilità del tessuto sociale.

La «leonessa» mostra oggi i segni vistosi della recessione, una miscela di aziende che soffrono le difficoltà congiunturali assieme ad altre, spesso multinazionali, che ne approfittano e chiudono per spostare altrove la produzione. «La situazione è questa: abbiamo 70mila lavoratori circa coinvolti nella cassa integrazione, 30mila assegni di disoccupazione, una serie di imprese che hanno deciso la chiusura come Mac, Comital, Ideal Standard, Federal Mogul e poi quelle del tessile, settore ormai a pezzi» spiega Marco Fenaroli, 59 anni, segretario della potente Camera del lavoro (110mila iscritti), «il territorio bresciano ha bisogno di nuovi progetti imprenditoriali, di investimenti, dobbiamo pensare a qualche nuova forma di sviluppo perchè questa crisi lascerà molte macerie. Gli imprenditori possono fare la loro parte, c’è il settore biomedicale che offre già buoni risultati, ma è necessario un progetto industriale, una regia politica, del governo. Non possono pensare solo a chiudere le fabbriche e a speculare sulle aree dismesse». Il sindaco Adriano Paroli è del Pdl. La sua amministrazione è influenzata dall’inutile cattiveria leghista. Gli immigrati, che sono oltre il 20% dei residenti, subiscono discriminazioni vergognose come quella del «bonus bebè»: ai figli degli stranieri niente soldi, solo agli italiani. La Cgil ha già vinto una serie di ricorsi. In più è iniziata la repressione spicciola, quella che elimina le panchine per evitare «assembramenti » e che multa gli immigrati se bevono una birra per strada. L’azione di contrasto è portata dalla Cgil e dalla Chiesa. La sinistra fa una gran fatica a farsi vedere sul territorio. Anche le imprese, a Brescia sempre dinamiche, cercano strade diverse pur con difficoltà, perchè non si vede l’orizzonte. Il leader degli industriali Giancarlo Dallera, produttore di cerchioni per auto, prevede «un inverno durissimo». È aperto alla collaborazione con il sindacato e mostra una morale che non guasta di questi tempi. Resistono i Lonati e i Camozzi (che ha salvato la Innse), è scomparsa la «bicamerale degli affari » di Chicco Gnutti, già scalatore di Telecom Italia. Un ruolo silenzioso e importante nel potere è giocato dal banchiere Giovanni Bazoli, anche se le disavventure del finanziere protetto Romain Zaleski hanno prodotto qualche problemino.

La questione centrale è che oggi il tessuto industriale perde pezzi, si sfilaccia, determina conseguenze gravissime sui lavoratori e nella società. Ele imprese, soprattutto le multinazionali, dovrebbero essere richiamate alle loro responsabilità. RiccardoRomano, 51 anni di Calvisano, è un dipendente della Rothe Erde, società della tristemente famosa Thyssen Krupp. Con lui in fabbrica lavora anche suo figlio, invalido civile. Davanti ai cancelli della Mac racconta: «Vogliono mettere in mobilità48 lavoratori, vogliono chiudere il reparto di montaggio perchè mandano fuori la produzione , la affidano a ex dipendenti diventati artigiani perchè dicono che costano meno. È una vergogna, non possono trattarci così. Fino adesso in fabbrica c’è stata una forte solidarietà tra i lavoratori, meno male». Nafouti Chafik è un tunisino di 42anni, da venti in Italia. Vive a Carpenedolo, è un funzionario della Fiom della bassa bresciana. «Nel paese di Visano ci sono 1900 abitanti, con sei aziende metalmeccaniche che occupano circa 700-800 dipendenti. Sono tutte in crisi» spiega, «così ci troviamo davanti alle vecchie aziende che chiudono o mettono la gente in cassa integrazione mentre non ci sono alternative per trovare un’altra occupazione». L’irresponsabilità di certe imprese nel mezzo della crisi la si misura con il caso della Federal Mogul, azienda di Desenzano del Garda, multinazionale americana del Michigan con partecipazioni nel settore automotive. Pietro Bresciani, 55 anni di cui 36passati in azienda, racconta: «Facciamo pistoni, canne, segmenti, abbiamo una velocità e una capacità di produzione senza paragoni. Siamo 195 lavoratori, il 15settembre l’azienda ci ha comunicato che chiude. Tutti a casa. La spiegazione ufficiale è che non ci sono più ordini. La verità è che questi americani hanno deciso di spostare la produzione in Romania, Polonia, Germania, Repubblica Ceca. L’area dove sorge la fabbrica fa gola a molti: sono 33mila metri quadrati di terreno e 20mila coperti. Desenzano è una città turistica, ci buttano fuori e fannouna bella speculazione, alberghi e case. Così son tutti contenti». Ci spostiamo verso un’altra tappa di questo viaggio. Nella zona industriale di via Milano ci sono le tracce archeologiche di una lunga storia di lavoro e produzione, appare anche la minacciosa Caffaro, una bomba inquinante non ancora disattivata.

Sulla strada si affacciano i cancelli della Ideal Standard, presidiata dagli operai dal 2 luglio scorso, uno dei casi più clamorosi di questo autunno italiano. Un paio di tendoni, un tavolo, striscioni e messaggi. I lavoratori sidannoi turni pernon mollare il presidio. Una delegazione è a Roma per un incontro, si spera in una soluzione positiva. «No, qui non c’è speranza. La fabbrica chiude » spiega Luigi Gazzoni, 46 anni, «la speranza rimasta è che ci sia un lavoro, nel centro logistico. Oggi siamo 119 dipendenti più 11 interinali, siamo rimasti uniti e la città ha dimostrato una grande solidarietà. La gente si ferma per portarci da mangiare, pensionati e lavoratori di altre fabbriche hanno raccolto fondi, il comune ci ha mandato la cena... Ma la chiusura della fabbrica è una perdita, un grave errore». Il legame dei lavoratori con il loro posto è il dna dell’identità sociale, è la cifra di una comunità. è un patrimonio che non risulta nei bilanci aziendali. La Ideal Standard, governata da un fondo finanziario, ha un forno per la lavorazione della ceramica acceso da sessant’anni, è vecchio,mai lavoratori sono in grado di raggiungere elevatissimi livelli di produttività e di qualità dei prodotti. Quando l’azienda ha tentato di spegnere il forno c’è stata l’occupazione, una rivolta.ABrescia la Ideal Standard veniva definita la caa de l’or, la cava dell’oro, perchè gli operai riuscivano a percepire un salario di gran lunga superiore alle media dei loro colleghi. Ora siamo all’epilogo. Giovanni, operaio di 57 anni, di cui 36 passati in fabbrica, ammette: «Siamo alla fine, è un peccato perchè qui c’è un bel gruppo, siamo sempre stati bene insieme».

23 ottobre 2009

giovedì 22 ottobre 2009

Volantino Comitato per la Salvaguardia del Richiedei

E' stato aggiornato il sito del Partito Democratico, inserendo il volantino redatto dal Comitato per la Salvaguardia del Richiedei vedi....

mercoledì 21 ottobre 2009

Iniziative a sostegno dei lavoratori dell'IDEAL STANDARD

Non lasciamo soli i lavoratori
che difendono il proprio posto
di lavoro, e con esso la propria
dignita' e liberta

Giovanna



lunedì 19 ottobre 2009

Presentata la Lista dei SemDemBs



Brescia, 19 Ottobre 2009



Giovani, donne, nuovi cittadini e persone impegnate nel mondo dell’associazionismo, nessun leader locale.



Sono queste le caratteristiche dei candidati delle liste “Con Debora Serracchiani, semplicemente democratici per Franceschini” presentate alle Primarie nazionali del Pd nella nostra provincia.



Semplicemente Democratici, l’ associazione del neo parlamentare europeo del Pd Debora Serracchiani, si sta costituendo anche a Brescia e non nasconde la soddisfazione di aver raccolto in pochi giorni le firme degli iscritti al partito necessarie a coprire tutti e quattro i collegi bresciani delle primarie per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale del Pd.



I Semplicemente Democratici, presenti in Lombardia in 16 collegi, nelle Primarie di Domenica prossima sosterranno la riconferma di Dario Franceschini a segretario per molte ragioni. Tra queste, c’è certamente la volontà di Franceschini di rafforzare e portare avanti il progetto del Pd con uno sguardo rivolto al futuro ed aperto alla società.



Importante è l’impegno dimostrato dal leader del Pd nel contrastare ricandidature dannose per il Pd, come Bassolino a Napoli, nel combattere le derive antidemocratiche di Berlusconi, nel presentare nuovi progetti riformisti per l’economia, l’ambiente e l’istruzione per il nostro Paese.



Alla presentazione, svoltasi presso Arte in Te, locale in via Cattaneo, sede di mostre ed iniziative culturali, era presente tra gli altri il Sindaco di Paderno F.C ,Antonio Vivenzi, Rossella Olivari di Gussago, Massimo Balliana di Bovezzo e Mamadou Iamine Badji di Brescia.



Di prossimo arrivo in città è invece il leader nazionale, candidato a Brescia nel collegio delle valli per Semplicemente Democratici, l’Ecodem Osvaldo Veneziano, segretario nazionale di Arcicaccia, e da anni impegnato per la regolarizzazione del sistema venatorio.



Per maggiori informazioni si richiama Ai siti:













Rocco Vergani



Per Semplicemente Democratici Brescia

giovedì 15 ottobre 2009

Intervento Rossella

Buongiorno a tutti.
Vorrei esprimervi quelle che sono le sono le aspirazioni e sollecitazioni che il nostroi circolo ha raccolto tra gli lettori, o elaborato esso stesso, durante le occasioni di incontro e confronto che sono venute a crearsi in occasione delle prossime primarie.
Sostanzialmente gli obiettivi che vengono posti alla vostra attenzione vertono su due temi fondamentali: il Segretario e l’assetto nonché l’immagine del partito.
Per ciò che concerne il Segretario è ormai di primaria importanza che : si ponga in maniera autorevole come leader del partito, esprima la sintesi dei dibattiti interni, promuova la discussione di temi e proposte ma, nel contempo, esiga che da questi confronti esca una linea politica UNICA che a lui spetterà, poi, esprimere con chiarezza di contenuti e di forma.
Per quanto riguarda l’assetto del partito, invece, sono ormai irrinunciabili i concetti di UNITA’, CHIAREZZA E COERENZA nei valori,negli intenti e nelle proposte che la classe dirigente dovrà esprimere. Non è più tollerabile il costante clima di divisione interna. Altrettanto importante è che subito, dopo queste primarie, il partito cominci a lavorare per creare quella proposta politica alternativa che dovrà caratterizzarci e rebderci riconoscibili, quindi elaborare proposte innovative che sappiano interpretare le esigenze del nostro tempo e del futuro. Necessaria è anche una nuova strategia di lavoro, coscienti del fatto che tutto cambiavelocemente quando addirittura non in maniera turbinosa, caratterizzata dalla tempestività, unità, efficacia ed fefficenza. Siamo ormai chiamati a dare risposte praticamente in tempo reale e dobbiamo essere in grado di farlo!
Infine, e questo è un mio parere personale, auspico sia realizzata la vocazione maggioritaria già intrapresa dal PD , anche per questo sostengo la candidatura del nostro attuale Segretario Dario Franceschini. Spero di poter contribuire insieme a tutti voi a creare un Partito Democratico che sappia porsi come punto di riferimento per tutti coloro che non si riconoscono nello schieramento di Centro-Destra, un grande partito che duri ben oltre i prossimi vent’anni, sia stella che rappresenti con chiarezza i propri valori, gli intenti, le aspirazioni ed i progetti e non sia una delle tante comete che hanno atttraversato il nostro cielo creando continua disillusione e sconforto nei nostri elettori. Non possiamo più permettercelo. Questo è il momento in cui dobbiamo ricostruire la credibilità e la fiducia persi, non possiamo aspettarci di ricevere consensi sperando nella nostra presunta posizione acquisita perché ormai non l’abbiamo più! Ora dobbiamo definire con chiarezza, a noi stessi e agli elettori, chi siamo e dove vogliamo andare, solo quando avremo fatto questo potremo aspirarea guidare, con la coerenza e la responsabilità che vogliamo e dobbiamo sempre perseguire, il nostro paese.
Un grande in bocca al lupo e buon lavoro a tutti e tre i candidati.

Aggiornamento sito

E' stato aggiornato il sito del Partito Democratico di Gussago.
Abbiamo inserito
  1. l'ordinanza del sindaco sull'accattonaggio vedi
  2. l'ordinanza sulla vendita ambulante abusiva vedi
  3. le fotografie della venuta di Franceschini a Brescia vedi
  4. le fotografie della convention provinciali vedi
  5. le fotografie della convention nazionale vedi
  6. la lettera della nostra portavoce Chiara agli iscritti vedi

Il futuro è il tempo del PD

Il futuro è il tempo del PD


La Convenzione Nazionale del Partito Democratico è un evento troppo importante perché anche noi di Gussago non si partecipi. Per di più a questa manifestazione il nostro circolo ha mandato una rappresentante: Rossella, nominata dal Comitato provinciale della mozione Franceschini a rappresentare Brescia.
Così, carichi di speranze, di aspettative e tanta voglia di fare, sabato 10 ottobre, di buon mattino, alle 6, con un pulmino 9 posti Damiano ha fatto il giro di Gussago a raccogliere gli altri 7 partecipanti alla spedizione.(Tranne Giovanna, che già molto sveglia e arzilla, si è recata alla casa di Damiano). Il primo ad essere raccolto è stato Remo, l’altro autista, poi Rossella carica come non mai per il fatto di essere delegata, e candidata ad un intervento sul palco del Mariott Hotel, dove si tiene la Convention. Scesi da Navezze il quartetto si sposta verso Ronco, per raccogliere Giordano (che arriva un pochino in ritardo), Alessandra e l’impedito Giancarlo con le sue stampelle e carrozzella al seguito. Poi si torna verso la città per raccogliere Maria e partire in direzione autostrada A21 per portarci verso sud. Il gruppo, già affiatato dalle tante iniziative fatte in questi soli due anni di vita del PD, trova subito feeling e nonostante l’ora molto giovane si ride e si scherza. Senza intoppi si raggiunge la A1 e in men che non si dica si arriva a Bologna. Fermata istituzionale all’autogrill ai piedi degli appennini e poi via verso Firenze. Ancora una sosta per problemi fisiologici ed il raccordo anulare si avvicina sempre più. Infatti fino alle porte di Roma il viaggio è stato veramente bello, con qualche goccia di pioggia verso Barberino ed Orte, ma con squarci di sereno veramente stupendi. Giunti sul raccordo anulare, purtroppo, un tamponamento rallenta di molto la marcia, ma dopo la sosta pranzo finalmente si raggiunge l’hotel Giardino d’Europa, dove pernotteremo. Scaricati i bagagli, preso visione delle stanze, si parte alla volta del centro della città. Raggiunta la stazione del metrò di “Cinecittà” e dopo varie peripezie si sale sul treno e ci si porta verso “La città del Vaticano".Dopo la messa inizia la visita alla città. Castel S.Angelo, Piazza Navona, Pantheon, sede nazionale PD, fontana di Trevi. Buona cena al “Ristorante Casa Mia” e poi si torna verso l’Altare della Patria e verso il Colosseo. Purtroppo qualche goccia ci fa correre verso la stazione del metrò ed anticipa il ritorno all’Hotel. Domenica, dopo una buona colazione si parte alla volta del “Mariott”.
Arrivati, Rossella si registra e poi si ritira a preparare l’intervento che purtroppo non farà. Noi ci posizioniamo nella hall, in attesa dei “pezzi grossi”. Il primo ad arrivare è Marino, l’unico giunto in orario, poi Bersani, Rosi Bindi e via via tutti gli altri.(D’Alema è in sala ma non si è visto da dove sia arrivato). Per ultimo, con ben 70 minuti di ritardo arriva il segretario Franceschini. Dopo varie peripezie e assurdità burocratiche, riusciamo adentrare nella sala. La Convention inizia con la Finocchiaro che porta i saluti di Prodi, Veltroni e saluta Rosi Bindi ringraziandola per il suo comportamento nella querelle col premier. Poi parla Migliavacca ed iniziano i discorsi dei tre candidati. Bersani, Franceschini e Marino. Tutti e tre ottimi interventi che hanno scaldato la platea ed alzato il livello della preparazione politica dei presenti. Finito di parlare Marino, la Convention termina. Il nostro gruppo raccoglie materiale e bandiere che ci servono per le varie iniziative a Gussago e poi si riparte. Il ritorno tra soste tecniche e logistiche dura parecchie ore, anche per la solita coda nella zona di Firenze. Comunque verso le 23, si raggiunge Gussago e l’avventura romana ha termine. È stata una bellissima due giorni. Molto impegnativa fisicamente, ma anche molto intensa per le relazioni umane che si sono intrecciate in questi due giorni vissuti insieme. Questa è un’iniziativa che bisogna riproporre.
Giancarlo.

lunedì 12 ottobre 2009

domenica 4 ottobre 2009

Convention Provinciale

Oggi 4 ottobre si è svolta la convention provinciale del nostro partito, dove sono stati ratificati i risultati delle convention di circolo e nominati i rappresentanti di Brescia alla convention nazionale di Roma. La nostra Rossella è stata nominata a rappresentare la mozione Franceschini.
Sul sito inseriti i dati ufficiali bresciani e le fotografie della convention...

sabato 3 ottobre 2009

Scudo fiscale, che opposizione siamo?

Scudo fiscale, che opposizione siamo?

Viene spontaneo porsi questa domanda, ancor di più a seguito della votazione avvenuta ieri alla Camera. Ieri si è sprecata l’occasione di mandare sotto il governo sul Dl Scudo fiscale, 25 “onorevoli” del PD assenti, 7 dell’UDC e 1 dell’IDV hanno impedito l’affossamento di questo vero e proprio condono.
Si aveva ieri la possibilità di dare un colpo duro al governo, e il DOVERE di bloccare l’approvazione del Dl. Dovere al quale molti, troppi parlamentari dell’opposizione, o almeno che dovrebbero essere dell’opposizione, hanno deciso di non assolvere.
Molto si è già detto sul Dl, tutti ora sappiamo che è passato con 20 voti, 33 erano gli “onorevoli” dell’opposizione assenti, facile è fare i conti.
Volendosi concentrare sulle assenze all’interno del nostro partito, su 25 assenti, 11 sarebbero giustificati… Ora ci si chiede cosa s’intenda per giustificati, comunque volendo anche essere magnanimi e prendendo per buone e valide le giustificazioni addotte (malattia, missione, impegni impellenti, bisogni urgenti…), e gli altri?? Ci devono una risposta, devono una risposta al Partito, e ancor di più ai militanti ed agli elettori!
Senza voler scadere nella demagogia, ma mi pare che siano pagati (lautamente, troppo!) per rappresentarci, per costruire una proposta alternativa a questo Governo, ma anche per fare opposizione, non solo negli studi televisivi, ma anche nelle sedi istituzionali. Forse qualche d’uno non ha ben compreso il suo ruolo e nonostante sia anni, meritatamente?, che siede in Parlamento, non ha capito che si deve anche votare! E votare NO! A quanto pare è un concetto astruso a molti esponenti politici, abituati a tergiversare e… poco propensi a prendere una posizione netta, per il bene del Paese!
Leggendo i nomi degli assenti, se si vuole essere maliziosi (si, voglio esserlo), si fatica ad accettare la buona fede. Pensare che persone abituate a navigare nella politica, per rotte a loro stessi sconosciute?, possano essere cosi sbadati, che si siano dimenticati di votare? o sprovveduti da non aver ritenuto importante il loro voto, è arduo!
Più facile è pensare che siano subentrate logiche di lotta intestina al Partito, da chi non ha capito, nonostante abbia superato l’età dell’asilo da molto tempo, cosa voglia dire fare una politica sana, e vivere la vita di un Partito, che è una piccola, nemmeno troppo, comunità di persone che dovrebbero condividere un viaggio comune e sognare la stessa meta!
Fa piacere vedere gente da noi scelta, ah no!... come sono sbadato, le liste erano bloccate, rappresentarci degnamente.
Grazie “onorevoli”, grazie di tutelare il vostro posto, e mentre voi inseguite mete personali, noi ci troviamo a vivere in un Paese sempre più incivile. La legge approvata ieri, per l’ennesima volta ci consente di capire che chi è furbo e forse anche un pochetto, giusto poco poco, disonesto (ma questo non si dice), è premiato, mentre chi ancora si ostina, certo che siamo proprio fuori moda, a credere nella legalità e l’onestà lo prende allegramente, tra una battuta e l’altra, nel … beh, dove preferite! (giusto perché siamo democratici).

Poi ci si chiede perché i consensi calano e la credibilità precipita… certo che siamo (sono?) proprio miopi e forse forse un tantino zebedei… con le debite eccezioni, sia chiaro!
Mi auguro da militante e tesserato, che il Pd prenda severi provvedimenti nei confronti degli assenteisti.

Giordano Dossi




Ecco 22 degli “Onorevoli” PD, che ieri avevano la testa tra le nuvole:
Ileana Argentin;
Paola Binetti;
Gino Bucchino;
Angelo Capodicasa;
Enzo Carra;
Lucia Coldurelli;
Stefano Esposito;
Giuseppe Fioroni;
Sergio D'Antoni;
Antonio Gaglioni;
Dario Ginefra;
Oriano Giovanelli;
Gero Grassi;
Antonio La Forgia;
Marianna Madia;
Margherita Mastromauro;
Lapo Pistelli;
Linda Lanzillotta;
Giovanna Meandri;
Massimo Pompili;
Fabio Porta;
Giacomo Portas;
fonte: La Repubblica

Il costo "ambientale" ed ECONOMICO" imposto dai nostri amministratori......

PROVINCE DI BERGAMO E BRESCIA DIFFIDATE PER CACCIA IN DEROGA, GRAZIANO CON GLI AMBIENTALISTI
Società(02/10/2009) - "L'Italia dei Diritti si schiera a favore degli ambientalisti in quanto vengono sempre contrastate nuove leggi e data scarsa considerazione all'importanza dei provvedimenti emessi dalla Comunità Europea dimenticando in tal modo la priorità del diritto comunitario". Questo il primo commento del viceresponsabile per la Lombardia dell'Italia dei Diritti Enzo Graziano alla notizia della lettera di diffida inviata da parte delle più importanti associazioni ambientaliste alle province di Bergamo e Brescia perché fermino la caccia in deroga nei rispettivi territori provinciali. Le associazioni affermano che la legge sulle deroghe della Regione è illegittima in quanto è in aperto contrasto con il diritto comunitario oltre che priva di fondamento giuridico perché basata su una disposizione legislativa nazionale (art. 19 bis della L. 157/92) già disapplicata dal giudice di ultimo grado. Il danno, oltre che per la fauna, deriverebbe anche dagli oneri finanziari causati dalle condanne comunitarie che ricadrebbero sulla Regione Lombardia e sulle Province che non provvederanno a disapplicare la legge regionale in tema di caccia in deroga in contrasto col diritto comunitario. Prosegue e conclude l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: "Le leggi comunitarie sono tali e non andrebbero modificate a proprio piacimento. Se verrà attuata questa proposta di deroga, incostituzionale, ci troveremo a fronteggiare 'sportivi cacciatori' nelle nostre regioni che invece dovrebbero essere maggiormente tutelate sia a livello di fauna che di flora. In più, sempre sulla nostra regione, graverebbe anche il peso finanziario delle condanne comunitarie: una ragione in più per la quale noi dell'Italia dei Diritti saremo dalla parte degli ambientalisti".

giovedì 1 ottobre 2009

L'informazione straniera e la libertà di stampa in Italia

Durissimo attacco del settimanale britannico: "I giornalisti hanno ragione
a preoccuparsi e protestare. Italia democrazia fragile, come all'Est"
Economist: "Come con Mussolini
museruola a chi informa"
El Pais: "Berlusconi dichiara guerra alla Rai". Sulla stampa estera molti titoli sullo scudo fiscale: "amnistia per gli evasori"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


Economist: "Come con Mussolini museruola a chi informa"
LONDRA - Sono anni che definisce Silvio Berlusconi "inadatto" a governare l'Italia, a causa del conflitto d'interessi mediatico e dei numerosi processi a cui è stato sottoposto, ma adesso il settimanale l'Economist aumenta se possibile ancora di più il livello della critica, paragonando l'Italia del Cavaliere a una delle deboli democrazie dell'Est Europa, sempre più lontana dal concetto di democrazia occidentale, ed evocando perfino il fantasma del Duce.

"E' dai tempi di Mussolini che non si aveva un governo italiano che interferisse con i media in maniera così lampante e allarmante", scrive l'autorevole settimanale, britannico come sede centrale ma globale nella diffusione poiché vende al di fuori del Regno Unito i due terzi della sua tiratura di quasi un milione e mezzo di copie. "I giornalisti, e gli altri italiani, hanno ogni motivo di protestare", continua l'articolo, intitolato "Museruola a chi informa", alludendo alla manifestazione in difesa della libertà di stampa indetta per questo fine settimana in tutta Italia e anche all'estero. "Questo sabato 3 ottobre si terrà a Roma una manifestazione per difendere la libertà di stampa", scrive l'Economist, "non in una lontana dittatura, ma proprio in Italia. Ebbene, i giornalisti che l'hanno indetta hanno buone ragioni per preoccuparsi".

Il settimanale osserva poi che basta consultare la classifica 2009 sull'indipendenza dei media di Freedom House, l'istituto americano di controllo e studio sulla libertà di informazione e di pensiero, per accorgersi che l'Italia è declassata nella categoria di quelli "parzialmente liberi", al 73esimo posto, su un totale di 195, appena sopra alla Bulgaria. Quanto meno sotto questo aspetto, afferma l'Economist, "l'Italia di Berlusconi si sta allontanando dall'Europa occidentale per diventare più simile alle deboli democrazie dell'est". Il giornale fa poi una lunga ricostruzione degli ultimi sviluppi, dalle domande di Repubblica al premier alla richiesta di danni per diffamazione avanzata da Berlusconi per tali domande, fino al caso della trasmissione AnnoZero e alla campagna lanciata dal Giornale, "quotidiano vicino al primo ministro, contro il pagamento del canone Rai, da cui dipendono almeno la metà degli introiti dell'azienda pubblica". Conclude l'Economist: "Le ordinanze di Berlusconi sembrano parte di un progetto per spazzare via le ultime enclavi ribelli rimaste in Italia".

Del caso Berlusconi continua ad occuparsi anche il resto della stampa internazionale. Il quotidiano spagnolo El Pais pubblica oggi un ampio servizio intitolato: "Berlusconi dichiara guerra alla Rai". Il corrispondente da Roma, Miguel Mora, racconta gli attacchi alla trasmissione "AnnoZero" per la puntata dedicata allo scandalo delle escort e all'intervista a Patrizia D'Addario, soffermandosi sulla campagna lanciata "dai media del Cavaliere" per esortare gli italiani a non pagare più il canone d'abbonamento alla Rai in segno di protesta. "Berlusconi ha celebrato il suo 73esimo compleanno dichiarando guerra non solo a Michele Santoro", il conduttore della trasmissione in questione, "ma a tutti i programmi che lo criticano", scrive El Pais, affermando che l'invito a non pagare il canone è "un'iniziativa teatrale del tutto priva di legalità, in pratica una chiamata generale all'evasione fiscale, un'abitudine quest'ultima assai popolare in Italia e a cui lo stesso Berlusconi non è alieno, come testimoniano i suoi numerosi processi in materia".

Un altro tema a cui i giornali stranieri dedicano l'attenzione è per l'appunto il perdono fiscale per coloro che rimpatriano capitali dall'estero. "Berlusconi prepara un colossale perdono, il più grosso d'Europa", titola il Clarin. "Il governo Berlusconi ha imposto un voto di fiducia in parlamento per far passare la sua amnistia fiscale", titola Les Echos. "Berlusconi concede l'amnistia agli evasori dei paradisi", titola El Mundo.

Il settimanale francese L'Express torna invece sulle polemiche degli ultimi mesi tra la Chiesa cattolica e il nostro primo ministro, con un lungo reportage intitolato "Divorzio all'italiana", che ripercorre tutte le tappe della vicenda, dalle proteste nelle chiese per i party con escort e veline nelle ville del presidente del Consiglio, alle critiche espresse dall'Avvenire e da Famiglia Cristiana, agli attacchi del Giornale al direttore dell'Avvenire e alle dimissioni di quest'ultimo. Il settimanale riporta il parere di un assicuratore di 59 anni di nome Giorgio che dice: "Non comprendo più la mia Chiesa. Mi sento perduto davanti alla sua sottomissione a Berlusconi, alla sua politica, al suo modello di una società barbara". Tuttavia, afferma L'Express, numerosi segnali indicano che la Chiesa sta preparandosi "al dopo-Berlusconi".

E una notizia che nei giorni scorsi ha riempito le pagine dei giornali in Occidente è arrivata stamani fino in Pakistan, dove la Plus News Pakistan riporta la gaffe di Berlusconi su Michelle Obama, definita "abbronzata" come suo marito dal premier italiano al ritorno dal summit del G20.

(1 ottobre 2009) La Repubblica
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-30/rassegna-1ottobre/rassegna-1ottobre.html