lunedì 12 aprile 2010

Dalla studentessa Neda al console Zamboni, altri alberi sul Monte Stella, simboli del coraggio universale

Da "Il corriere della sera"

Giardino dei Giusti, sei nuovi «eroi»
Dalla studentessa Neda al console Zamboni, altri alberi sul Monte Stella, simboli del coraggio universale

MILANO - Nella corsa a ostacoli, dove gli ostacoli da superare sono i silenzi, le convenienze e le rassicuranti tenaglie dell'appartenenza ideologica o politica, c'è chi resiste ed è comunque capace di tagliare il traguardo. Sarebbe normale. Invece occorre coraggio. E' quello dimostrato dall'Associazione del Giardino dei Giusti, che oggi aggiunge una stella al suo già luminoso pedigree. Altri sei alberi, nel nome di altrettanti «giusti» sono stati piantati sul Montestella di Milano, lunedì mattina. Una donna, la russa Anna Politovskaja, vittima del proprio audace e temerario lavoro di giornalista che indagava sulle oligarchie del suo paese e sui loro crimini, fu tra le prescelte l'anno scorso. Una donna, la studentessa iraniana Neda Agha-Soltan, martire della resistenza morale di un popolo contro la dittatura, è stata scelta quest'anno, quasi ad indicare la preziosa continuità dei simboli del coraggio universale. Neda, che avrà un albero come Vassiilj Grossman, Mark Edelman, Guelfo Zamboni, Enrico Calamai, Giacomo Gorrini, è caduta il 20 giugno dell'anno scorso: vittima della violenza più ottusa, e oggi diventata l'icona stessa della resistenza. Un'icona globale e invincibile, regina dei blog e dei social-network, che la furia cieca del regime di Ahmadinejad non è riuscita a scalfire, e neppure ad oscurare. Milano la celebra, con il contributo prezioso del Comune e in particolare del sindaco Letizia Moratti, ma sarebbe limitativo pensare che tutto si sia svolto senza ostacoli.

OSTACOLI E BUROCRAZIA - Ci sono stati, eccome, a dimostrazione del fatto che le vittime dei regimi totalitari non sono tutte uguali, come sarebbe giusto ritenere. Il fidanzato di Neda, il dissidente iraniano Caspian Makan, arrestato dopo l'assassinio della ragazza, una volta uscito dal carcere di Teheran è riuscito a fuggire in Canada. Da là, Caspian si è assunto il compito di propagandare il messaggio di Neda, pur essendo contestato da alcuni rappresentanti dell'Onda verde, contenitore principe del dissenso iraniano. Il giovane è stato invitato a parlare alla Commissione esteri del Senato italiano; da Roma è partito per Israele, dove è stato ricevuto dal presidente Shimon Peres. Grave affronto per il regime di Teheran. Il fidanzato di Neda è poi rientrato in Canada. E qui è stato raggiunto dalla telefonata del presidente di Gariwo (il Comitato dei Giusti) Gabriele Nissim, che lo ha invitato a Milano. Proposta accettata con gioia. Solo che c'era il problema di un nuovo visto italiano. Il nostro consolato a Toronto ha risposto burocraticamente che non c'erano i tempi tecnici. Facendo però sapere sottovoce che, se il ministero avesse voluto, tutti gli ostacoli sarebbero stati superati. Anche il sindaco Moratti si è rivolta alla Farnesina. Risultato: Caspian Makan oggi non era a Milano. Tempi troppo stretti, naturalmente. Chiariamo: Caspian sarà pure un personaggio discusso. Ma che nessuno osi toccarci Neda, per favore!

Antonio Ferrari

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