giovedì 29 aprile 2010

BILANCIO PROVINCIALE - Bresciaoggi

Emendamenti, in Broletto al via la «missione impossibile» CONSIGLIO PROVINCIALE. Sono 381. Ma ieri, dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, ne sono stati discussi solo 37
L'opposizione, che ne ha presentati 354, nega di voler fare ostruzione. Ma quella che porterà a votare il Bilancio 2010 sarà una vera e propria maratona 27/04/2010e-mailprint
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In alto: Daniele Molgora e Bruno Faustini. In basso: Giorgio Bontempi Non c'è l'accordo che qualcuno ventilava la settimana scorsa. La maratona per l'approvazione del Bilancio 2010 del Broletto è appena cominciata, e si annuncia lunga. Gli emendamenti da votare sono 381 e si voteranno uno per uno. I tre giorni previsti per discuterli non basteranno, il Pd ha già chiesto di continuare anche giovedì, che doveva essere di pausa in vista del voto finale di venerdì. Il presidente Daniele Molgora ci scherza su. «Sono abituato a migliaia di emendamenti», dice. Poi «le minoranze devono fare il loro mestiere - aggiunge -, hanno anche buone idee ma il problema è che mancano i fondi».
I capigruppo di opposizione, comunque, negano l'ostruzionismo. La motivazione ufficiale alla montagna di emendamenti sta nel tentativo di introdurre «elementi di scelta politica in un bilancio ragionieristico che taglia indiscriminatamente dappertutto per far quadrare i conti». Il Pd ne ha presentati 183, altri 154 Giulio Arrighini di Lega Padana Lombardia. Sei portano la sigla dell'Idv, e altri 15 dell'Udc. Dall'altra parte ce ne sono 2 di Giampaolo Mantelli (Gruppo misto), uno della Lega Nord e 20 del Pdl.
Ieri mattina alcuni emendamenti dell'Idv Francesco Patitucci (uno dei quali prevede la sospensione dell'autorizzazione e il massimo della multa ai cavatori che non rispettano il limite massimo di escavazione) e del Pdl sono stati approvati all'unanimità, ma contenevano più che altro raccomandazioni. Approvate pure un paio di richieste di Antonella Montini (Pd) per la prevenzione dell'alcol e per migliorare la trasversale Sebino-Valtrompia, attivando il collegamento Polaveno-Brione-Gussago. Ma anche questo non tocca i conti. Tutti quelli che prevedono variazioni di spesa (tanti avanzati dal Pd) sono sistematicamente respinti. Prova del nove, lo stralcio chiesto (e ottenuto) dall'assessore Aristide Peli per accettare un altro emendamento Pd sul contrasto alla violenza sulle donne. L'impianto del Bilancio non si tocca. E su questo la maggioranza si mostra compatta, pur accusata dal Pd di eseguire ordini di scuderia.
Nonostante la lunga maratona, è matematico che non tutti saranno discussi. Il tempo massimo per ciascuno è fissato in 20 minuti, e l'opposizione cerca di prenderseli tutti. Sta di fatto che ieri dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 ne sono stati discussi 37. Fare i conti è fin troppo facile.
FORSE PASSERÀ SOTTO silenzio anche quello che il Pd considera il più importante tra i 183 presentati. Porta il numero 210 e chiede l'alienazione del 50 per cento delle azioni possedute dal Broletto in Centropadane e Serenissima per rifare un Bilancio più «politico» (peraltro già bocciato pubblicamente da Molgora). Arrighini ammette che tra i suoi, gli emendamenti strumentali sono «i quattro o cinque che correggono la grammatica». Soprattutto «ho cercato di colmare le lacune di un Bilancio privo di indirizzo politico, tanto più grave con un presidente leghista». Tra i tanti, la richiesta di corsi per la sicurezza in aiuto alle aziende in crisi e la proposta di stornare i 4 milioni dell'«inutile» variante di Piffione per completare la tangenziale San Zeno-Brescia.
Per il Pd, Pier Luigi Mottinelli osserva che molti dei loro emendamenti tendono a «ripristinare le competenze della Provincia sul territorio», vedi la proposta di recuperare i 650 mila euro per gli impianti sportivi in 44 piccoli comuni.
Fuori programma con la visita dell'assessore regionale allo Sport Monica Rizzi, fresca di nomina e quasi evocata dal Pd Francesco Maltempi, che aveva annunciato di chiedere a lei i 50 mila euro per il progetto Gioca-sport degli oratori, negati da Molgora. E si boccia pure la diretta tivù delle sedute, che secondo il Pd «indurrebbe la Giunta a una maggiore presenza in aula». D'AZZEO VOTA PER DUE Si vota l'emendamento 13 quando il Pd Maurizio Billante si accorge del voto del capogruppo Pdl Diego Invernici, al momento assente. E protesta. Agli accenni di diniego si alza e: «È stato Antonio D'Azzeo, l'ho visto», esclama. La maggioranza tace. Il presidente Bruno Faustini stigmatizza, ma ricorda che «non esistono sanzioni e la maggioranza non ha necessità di quel voto».

Mimmo Varone

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