Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha ottenuto il passo avanti che tutto il partito aveva deciso di chiedere al governo nella riunione della direzione del 26 marzo scorso. Nel Ddl del governo è scritto che anche per il licenziamento economico il giudice potrà decidere il reintegro. Ora naturalmente bisognerà valutare bene tutto il testo del disegno di legge, che passa all’esame del Parlamento.
Imprese, banche e falchi Pdl sono rimasti spiazzati. Reagiranno e tenteranno di lanciare una controffensiva con incursioni in Parlamento. La battaglia è ancora aperta. Ma intanto è stato ottenuto un punto decisivo.
Cisl e Uil hanno dichiarato di apprezzare il cambiamento. La Cgil attende di esaminare il testo. Ugl contraria. E dopo questo passaggio non facile all’interno della Confindustria è cominciata la battaglia per limitare e imbrigliare il nuovo presidente, Squinzi, da parte degli sconfitti sponsorizzati dalla Fiat di Sergio Marchionne.
Ma bisogna anche fare presto per cominciare a occuparsi non solo di regole, ma anche e soprattutto di come dare lavoro, perché la crisi morde la carne viva del paese, come dimostrano anche i casi di disperazione e di gesti estremi da parte di imprenditori e lavoratori colpiti da recessione e disoccupazione.
Pier Luigi Bersani al Tg3: "Quell'articolo non sarà scritto con la mia penna, ma penso sia un passo avanti importantissimo. Il principio del reintegro c'è, l'onere della prova non a carico lavoratore c'è... Credo possa rispondere all'ansia diffusa tra milioni di lavoratori. Vedremo la norma, questo è un punto rilevante...". "Si tenga conto che stiamo parlando di una sessantina di articoli, ci sono tantissime cose positive, ma anche qualcosa da migliorare e discutere. Il percorso in Parlamento credo sarà celere, ma credo potrà dare l'occasione per perfezionarle queste norme". "Intanto cominciamo a far lavorare, credo che il Parlamento sia perfettamente in condizione di dare una mano seria, perché c'è gente che conosce le cose". Il lavoro delle Camere potrà "migliorare in tempi ragionevolmente brevi". "Voglio credere – ha proseguito il segretario del Pd – che chiunque possa registrare un passo avanti, un cambiamento rispetto al testo precedente, credo che il mio partito e la nostra gente siano soddisfatti e mi auguro che lo siano tutti". "Io mi auguro – ha concluso Bersani - che il prossimo vertice di 7 ore e mezzo, perché tanto è durato per me, sia dedicato all'agenda per creare occupazione. Ogni passo in più per la crescita va benissimo, parliamo di regole ma anche di dare un po’ di lavoro".
Rosy Bindi: "Valuteremo con attenzione il testo. Il Pd aveva chiesto che anche per i licenziamento individuali di carattere economico vi fosse sempre la valutazione del giudice con la possibilità del reintegro. Sembra si vada in questa direzione, con un significativo cambiamento rispetto all'impostazione originaria. Certo resta l'ambiguità del ministro Fornero che quando invita le aziende a non avere più alibi per investire in Italia perché sarebbe stato modificato l'art. 18, sembra in realtà avallare una interpretazione delle modifiche che renderebbe più facili i licenziamenti, anziché tutelare i diritti dei lavoratori. Forse prima di rassicurare le imprese, andrebbero rassicurati tutti gli italiani anche perché per combattere la disoccupazione crescente servono prima di tutto politiche industriali e misure che favoriscano la crescita economica".
Anna Finocchiaro: "Noi valutiamo che, se il testo confermerà quanto annunciato in conferenza stampa dal governo, sia stato fatto un passo avanti importante sull'articolo 18. Il nostro giudizio su questa riforma del mercato del lavoro è positivo. Ci sono tante parti che ci sembrano davvero soddisfare le necessità che abbiamo di fronte: superare innanzitutto lo squilibrio tra i precari e i lavoratori a tempo indeterminato, prevedere strumenti per gli di ammortizzatori sociali che siano adeguati alla difficoltà del momento, agevolare l'accesso al mercato del lavoro. Ci sono anche misure che riguardano l'occupazione femminile che ci sembrano primi segnali nella giusta direzione". "Ora – ha continuato Anna Finocchiaro – ci apprestiamo alla discussione parlamentare, che sarà senz'altro approfondita perché la riforma del mercato del lavoro è un tema molto complesso e serio che noi complessivamente valutiamo in maniera positiva e che faremo in modo di approvare in tempi rapidi, compatibili con una compiuta lettura del provvedimento". "Se il testo confermerà quanto hanno detto il Presidente Monti e la ministro Fornero in conferenza stampa, si è data una risposta positiva alle ansie di tanti lavoratori e lavoratrici che potevano temere la formulazione originaria dell'articolo 18. Ora il tema da affrontare – ha concluso la presidente del gruppo Pd al Senato – è come rispondere alle ansie, e le cronache di questi giorni ne sono purtroppo una triste testimonianza, di quanti hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere l'azienda".
Dario Franceschini (su Twitter): "Torna il reintegro per i licenziamenti economici. Hanno vinto il buonsenso e... la determinazione".
Enrico Letta (su Twitter): "Era difficile. E' bel passo avanti. Vertice fa prevalere la volontà di buone riforme per far ripartire l'Italia. Determinante unità del Pd".
Stefano Fassina, responsabile economia del Pd: "Le parole del ministro Fornero e del presidente Monti indicano che nel Ddl lavoro è prevista la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici dovuti a motivi giudicati insussistenti. E' una soluzione positiva, innovativa e coerente con i principi di civiltà del lavoro distintiva dell'Europa". "Il percorso parlamentare – prosegue – consentirà di poter intervenire su altri punti del pacchetto lavoro che vanno rivisti: l'aumento dei contributi e l'esclusione dagli ammortizzatori sociali per i lavoratori parasubordinati; l'aumento dei contributi per i contratti a tempo determinato per attività stagionali; le politiche attive per il lavoro. In tempi rapidi, il Parlamento in sinergia con il governo può approvare una buona legge".
BENE, QUASI … … consentitemi di cominciare così questa mia riflessione in merito a quello che dovrebbe essere il DDL Lavoro – dico dovrebbe perché la storia ci insegna ad usare il condizionale sin quando non si ha tra le mani il testo che sarà presentato in Parlamento.
RispondiEliminaCerto è che dopo la conferenza stampa di Monti e della Fornero, dopo gli articoli e gli interventi che ne sono seguiti, è giusto fare comunque una prima riflessione e un primo dibattito anche all’interno dei nostri Circoli.
BENE … bene perché il Partito ne esce rafforzato, ne esce (con Bersani in testa) da protagonista, ne esce da soggetto che ha saputo farsi carico di un bisogno che era presentato in modo pressante.
QUASI … … perché lo scambio (personalmente credo prima ancora con il PDL che con Monti) ha trovato una “riduzione bilanciata” della capacità di incidere della Riforma stessa. La partita dell’articolo 18 (quella mediaticamente centrale) ha riportato lo stesso articolo pressoché alla vecchia disciplina recuperando la possibilità di reintegro, a discrezione dei giudici, anche nel caso dei licenziamenti economici. Per avere questo però si è allentato e ritardato il contrasto al precariato e in particolare all’abuso delle collaborazioni autonome.
In pratica tra il “vecchio lavoro industriale” e maggiori diritti ai giovani, anche noi abbiamo scelto ancora una volta la tutela di un lavoro importante ma, nello stesso tempo, sempre più residuale.
Anche se espresse in modo grossolano, queste sono le ragioni che mi portano a dire “BENE, QUASI … …”.
Detto questo certo è che il DDL è comunque un passo avanti.
Personalmente resto comunque dell’idea che la proposta Ichino fosse la più equilibrata e la più attenta alle dinamiche che si stanno sviluppando all’interno del mondo del lavoro, un mondo del lavoro che non è quello rappresentato da certe inchieste televisive condotte dalle trasmissioni da Santoro o da Formigli. No: il mondo del lavoro, soprattutto quello che noi dobbiamo vedere e rappresentare come Partito Democratico è ben più complesso.
Ciao Antonio