mercoledì 28 marzo 2012

Ne parliamo?

Alla direzione Pd il segretario conferma il sostegno a Monti
e la volontà di modificare
il testo in Parlamento
Prioritaria pure la legge elettorale

Sul punto di equilibrio che unisce il sostegno a Monti e le modifiche all’articolo 18, Pier Luigi Bersani riesce a compattare in un voto unanime la direzione del Pd e ad uscire più forte, dopo settimane di divisioni, in vista del voto amministrativo e di un confronto «serio e vero» sulla riforma del lavoro. Perchè, pur escludendo crisi di governo, il leader Pd non è disposto a rinunciare a «colmare le lacune» della riforma: «Non sopravvaluterei l’altolà di Monti, a lui voglio dire che ci sono le condizioni per andare avanti, il paese è prontissimo ma le riforme si fanno con il dialogo con il paese e con il consenso».

Il clima «da libro cuore», secondo l’immagine usata da Massimo D’Alema per descrivere l’atmosfera nella direzione del Pd, è forse un pò esagerata. Ma certo il Pd si attesta sulla linea indicata da Bersani per riuscire a ottenere modifiche alla riforma del lavoro senza «essere il partito dalle 100 voci», polifonia che rischia solo di indebolire l’obiettivo. «Serve una soluzione giusta ed equa - sostiene il segretario - e noi vogliamo collaborare. Servono le riforme con il consenso perchè questo è un elemento che può dare fiducia ai mercati italiani ed internazionali». Altrimenti, punge Bersani rivolto soprattutto al ministro Fornero, «se scioperi e manifestazioni aiutassero, la Grecia avrebbe lo spread allo zero». Se Bersani riesce a portare sulla sua sponda chi, come Enrico Letta o Paolo Gentiloni, metterebbe più l’accento sulla bontà della riforma, dall’altro il segretario mette a tacere un rumore di sottofondo, che cominciava a farsi largo nel Pd, e puntava dritto verso le elezioni anticipate. «Escludo assolutamente una crisi di governo», è la posizione tranchant del segretario sulla quale si attesta anche chi, come Rosy Bindi, era arrivata a non dare per scontato il voto sulla riforma del lavoro. Il Pd insomma, assicurano i vari big, ha gli anticorpi contro il rischio scissioni e chi prova a spaccarlo, avverte Massimo D’Alema, rischia «di fare la fine di Willy il coyote».

Sulla linea del segretario si trova Walter Veltroni per il quale bisogna «lavorare in parlamento per rendere più forte la capacità di stabilizzare» i precari senza creare tensione tra chi un contratto ce l’ha. Un’analisi, condita dalla necessità di un orizzonte riformista per il Pd, su cui si trova «molto d’accordo» anche Massimo D’Alema, che, oltre che al sostegno a Monti, pone l’accento sulla necessità di «preparare una prospettiva politica convincente» anche spingendo sull’acceleratore della riforma della legge elettorale in base al «compromesso» raggiunto da Luciano Violante. La riforma della legge elettorale è «indifferibile» anche per Bersani che su questo chiederà nei prossimi giorni un incontro con i leader dei partiti per capire se qualcuno sta facendo il furbo. Ma certo, tra amministrative, riforma del lavoro e tensioni tra la maggioranza di governo, la strada per la riforma del Porcellum appare in salita.
 

4 commenti:

  1. Cerco di muovermi tra le righe dell’articolo che qui è stato pubblicato e cerco di farlo pensando più alle preoccupazioni: meglio essere preoccupati, che scioccamente enfatici. Parto con un sorriso pensando a Massimo D’Alema che descrive i lavori della Direzione paragonandoli al clima del “libro cuore”. Questo non vi preoccupa? Personalmente sì. Non sono né pessimista, né disfattista, semplicemente penso che all’interno della Direzione si sia decisa una tregua in prossimità delle elezioni amministrative (CON VOI) e che il dibattito vero sia stato solo rinviato. Diversamente come possono essere d’incanto assorbite le posizioni di Ichino e Treu con quelle di Fassina? Del resto il passaggio di Veltroni “Lavorare in parlamento per rendere più forte la capacità di stabilizzare i precari” non lo trovo sovrapponibile con quello di chi pensa ad una inamovibilità dell’articolo 18. Personalmente penso ad esempio che l’articolo 18, salvaguardata la sua fisionomia “etica e politica” - penso al tema delle discriminazioni - per il resto possa essere rivisto perché non è nei fatti uno strumento salvifico. Come PD dovremmo allora scomporre e ricomporre il tema del lavoro e ridisegnare alla luce della mutata situazione storica (lo statuto dei lavoratori ha 42 anni e nel frattempo qualcosa è cambiato), comunque tra l’articolo 18 e il tema dei lavoratori over-50 espulsi dai processi produttivi credo che qui ci debba essere una maggior urgenza e una più attenta sensibilità. Antonio

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    1. Innanzi tutto, grazie x aver aperto il dibattito, è sempre gratificante potersi controntare sui contenuti , e di contenuti per approfondire ne hai lanciati più di uno.
      vorrei partire sulla "battuta" di Massimo D'Alema, e sulla "tregua" che tu, molto velatamente, e di questo di ringrazio....ma credo di aver colto la sottigliezza, imputi al nostro circolo x le elezioni imminenti.
      La tregua "reale" è quella della direzione del PD nazionale e l'intervento di D'Alema lo dimostra.
      Abbiamo x un attimo (io x prima)sperato che il PD avesse finalmente, attraverso il segretario, trovato la tanto attesa sintesi; Bravo, Bersani, lo è stato comunque, perchè non è certo facile riuscire a calmare gli animi di Veltroni e quanti altri nel partito sentano sempre l'esigenza di esprimersi al di fuori del dibattito ma attraverso la stampa,creando confusione e l'effetto non amato agli elettori delle "mille voci" del PD.
      Lui in questa fase è riuscito,a trasmettere compattezza....è solo un'illusione?....Forse,io continuo a sperare che il mio segretario sia l'uomo autorovole, necessario a questo partito x poter fare sintesi sulle tante menti e voci che ci arricchiscono al nostro interno. Anche perchè sinceramente non vedo altri, in questo momento storico, in grado di farlo, se non Bersani.
      Per quanto riguarda il tanto citato articolo 18 la discussione è talmente ampia da rendere difficile la sua discussione in poche righe, difendere i diritti aquisiti è doveroso, ma accanirsi, da ambo le parti, su un unico articolo lasciando che la pura ideologia e non la concretezza dei contenuti venga a galla, non porterà da nessuna parte.
      Sediamoci e affrontiamo il problema: della precarietà e del lavoro in generale, a 360 gradi e non solo su un articolo che sta diventando il capro espiatorio per non affrontare in concreto il problema.
      A presto, Grazia.

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    2. Solo una precisazioni, nel mio commento ho dimenticato un "non", la frase correta era....tregua che non imputi al nostro circolo ...scusa

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  2. Grazie Grazia … scusa per il calambour ma non ho resistito. Tornando a cose più serie riprendo solo per un paio di puntualizzazioni; innanzitutto tengo a precisare che non mi riferivo al vostro Circolo quando parlavo della tregua ma proprio ai lavori della Direzione - il “CON VOI” tra parentesi nel mio commento precedente era per sottolineare … qualora ve ne fosse bisogno … che la lista da votare a Gussago è proprio la lista “CON VOI”, la lista che deve portare a Sindaco Damiano Ceretti!
    Un appunto, se lo possiamo chiamare così, è relativo alla tua riflessione sulle “mille voci” del PD. Giusto o sbagliato? Certo è che il nostro è un “Partito maturo ma giovane”, un Partito che mette insieme sensibilità che “stanno ancora imparando” a stare insieme. L’altro motivo positivo è la ricchezza dei singoli e delle intelligenze che abbiamo: certamente una ricchezza elaborativa, una ricchezza che, hai ragione, può creare confusione in chi cerca “una ferma linea politica” dal centro del Partito. In questo però una riflessione si imporrebbe proprio attorno alla autorevolezza di Bersani, di quello che tu hai chiamato “il mio segretario”. Una riflessione mai fatta in modo approfondito dal 2009 ad oggi.
    Infine sono pienamente d’accordo con te quando parli dell’articolo 18 - che è sicuramente importante ma ce ne sono 17 prima e tanti altri dopo!- ma è, da tutte le parti, il pretesto ideale per non affrontare in modo ampio, articolato e complessivo il tema del mercato del lavoro comprendendo, ad esempio, gli ammortizzatori sociali e il tema dei modelli contrattuali.
    Grazie per lo spazio Antonio.

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