lunedì 3 ottobre 2011

IN MEZZO A UNA TEMPESTA ECONOMICA CHE RISCHIA DI TRAVOLGERE L'ITALIA, INVECE DI PENSARE ALLE MISURE PER LO SVILUPPO IL GOVERNO LANCIA L'OFFENSIVA PER LE INTERCETTAZIONI E LASCIA IN SOSPESO LA NOMINA PER BANKITALIA.
In mezzo a una tempesta economica che non si sa dove e quando finirà, invece di sollecitare le forze positive di cui il paese dispone e sostenere l'economia, pur con le risorse che sono a disposizione, e invece di decidere in fretta sul nuovo governatore della Banca d.Italia, il governo si dimostra come sempre prigioniero degli interessi privati del premier: in fretta e furia la prima cosa che il Parlamento sarà chiamato a discutere è la legge sulle intercettazioni.
Un bavaglio che serve ad impedire che vengano alla luce colloqui ancora più imbarazzanti di quelli usciti fin qui. Quanto alla Banca d.Italia, si attende in settimana una riunione di maggioranza che ai più vecchi fa tornare in mente le riunioni del pentapartito (Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri), quando negli anni Ottanta i rappresentanti dei partiti di governo si riunivano per spartirsi con il bilancino le presidenze delle allora mille banche pubbliche.
E' la prova inequivocabile che questo governo è ormai il problema dell'Italia.

LA CRISI POLITICA SI AVVITA: ORA TUTTI CHIEDONO UN PASSO INDIETRO.
LA MAGGIORANZA E' NEL PALLONE.
LA LEGA E' DIVISA.
GLI INDUSTRIALI, DOPO AVER APPOGGIATO BERLUSCONI, FANNO FINTA DI ESSERE IL NUOVO.
Il caos regna sovrano. Ora tutti chiedono le dimissioni di Berlusconi (ma qualcuno dirà una volta o l'altra che il Pd aveva ragione?). Il referendum per abbattere il porcellum ha raccolto più di un milione di firme.
Calderoli, autore del porcellum dice che lui non lo voleva e che e stato ricattato.
Gli industriali, che Berlusconi hanno appoggiato e vezzeggiato, ora fanno finta di essere il nuovo che avanza.
La Lega si divide.
Il Pdl parla di riforma elettorale ma senza un punto fermo.
Di fatto, l'unico partito che ha presentato in Parlamento una proposta di legge di riforma elettorale è il Pd. E si avvicina sempre di piu la possibilita che si voti nel 2012.
Di fronte a un passaggio così confuso, è necessario stare ai fatti e non lasciarsi confondere dalle finte e dalle strategie di distrazione di massa. I fatti dicono che c'è bisogno di superare il populismo, di ricostruire democrazia e patto sociale. I fatti dicono che nessuno ha la bacchetta magica e che i pifferai magici (l'uomo del destino, il leader che solo con la sua presenza risolve tutto) ti portano solo a sbattere. I fatti dicono che la politica deve riformarsi e tagliare i propri costi, ma che senza una buona politica non si esce dalla malattia.
Da l'Unità. Rinaldo Gianola.
Chi tra gli imprenditori oggi denuncia l`inadeguatezza della politica, la mancanza di visione del governo, l`oligarchia dei partiti dovrebbe riflettere sulle occasioni mancate dalle imprese per dare un contributo decisivo nella modernizzazione del Paese. Le privatizzazioni degli anni Novanta sono state un fallimento, nessun capitalista privato ha avuto il coraggio di costruire un progetto industriale ambizioso, anzi Telecom Italia e stata fatta a pezzi e un gruppo privato come Benetton ha usato le vendite di Stato per spostare i propri interessi dall`industria al sicuro vitalizio delle tariffe autostradali. Per denunciare i giochi di palazzo dei politici bisogna avere le carte di regola. Invece non si può dimenticare che il dottor Della Valle in occasione della privatizzazione della mitica Banca Commerciale Italiana entro nel consiglio di amministrazione, con una manovra di potere allora condotta da Mediobanca, mentre venivano silurate personalita come Sergio Siglienti e Mario Monti. Proprio in quegli anni, dopo la bufera di Mani Pulite, nella stagione delle privatizzazioni e della politica dei redditi di Ciampi, le imprese hanno avuto l`occasione storica di emanciparsi dall`influenza e dalle indebite commistioni della politica, di modernizzare il tessuto produttivo e il sistema di relazioni industriali, di proporre anche qualche leader capace di accogliere e di rappresentare non solo gli interessi delle imprese ma anche quelli piu importanti del Paese. Invece, cosa e successo? Le imprese hanno accompagnato, sostenuto, blandito Berlusconi, retaggio della Prima Repubblica, l`uomo di Craxi, Andreotti e Forlani, capace di riciclarsi e di restare in pista per vent`anni come innovatore.
Per molto tempo Berlusconi è stato utilissimo, funzionale al sistema delle imprese che, invece di scegliere un modello di crescita alto, con investimenti, ricerca e tecnologie, hanno pensato di recuperare i margini di competitivita e di profitto, erosi dalla concorrenza e non più difendibili con le svalutazioni della lira, con la compressione dei diritti e dei salari dei lavoratori. Le Assise di Parma, l`oscura stagione di D`Amato alla Confindustria, la guerra all`articolo 18 non si possono dimenticare, né si puo sottovalutare che questa Confindustria ha appoggiato negli ultimi tre anni Berlusconi e la sua politica. Questa è la realta. Oggi gli industriali sono stanchi e preoccupati. Bene, è l`ora dell`impegno e della collaborazione tra tutte le forze sociali e produttive. Ma se la filosofia delle imprese è quella di Della Valle allora, è meglio dirlo subito, non si va da nessuna parte. Non possiamo cacciare Berlusconi e sostituirlo con qualche berluschino.
Da La Repubblica, articolo di Claudio Tito.
Così non vinciamo. Il Pdl sembra già un partito vecchio. Serve un nuovo contenitore capace di convogliare l`antipolitica. L`idea che il 2012 sia l`anno delle elezioni anticipate sta aprendo una breccia anche a palazzo Chigi. Silvio Berlusconi se ne sta facendo una ragione. E' un fattore determinante e rappresentato dal referendum elettorale. Che in primavera potrebbe scardinare il sistema di potere su cui e stato costruito negli ultimi cinque anni il centrodestra. Anche perchè il suo principale alleato, la Lega, non può accettare una riforma elettorale che danneggi i piccoli e medi partiti. E così sulla scrivania del Cavaliere è improvvisamente comparso un dossier che aveva ostentatamente archiviato. Una cartellina dal titolo asettico: "Campagna elettorale". La procedura e già stata messa in moto. Gli studi delle agenzie di sondaggi e i focus group hanno già prodotto i primi risultati. Con una parola chiave che ritorna come un refrain in ogni documento: "Antipolitica". Il premier sa che l`umore del Paese sembra replicare quello del .94. Le firme raccolte per cancellare il "Porcellum" ne sono un segnale. Ma anche il manifesto di Diego Della Valle - per il presidente del Consiglio - costituisce un chiaro indicatore di tendenza. Come 17 anni fa, allora, vuole provare a cavalcare la medesima onda per uscire dall`angolo. Usare l`"antipolitica" è in qualche modo ritornare a Forza Italia. Un nuovo "predellino" insomma che in un attimo dissolva la creatura partorita solo tre anni fa: ossia il Popolo delle libertà.
Ci vorrebbe un movimento leggero, senza strutture. Qualcosa che assomigli ai Tea party americani - ragiona il Cavaliere con i suoi fedelissimi -. Un soggetto capace di cogliere il vento.

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