domenica 1 agosto 2010

Strana l'Italia...

Strano Paese il nostro, Nazione ricca di storia, anche se non sempre positiva.

L’uomo ricorda tutto ciò che è lieto, mentre tende a rimuovere ogni vissuto negativo, che turberebbe le proprie certezze, le proprie sicurezze, costruite con tanta difficoltà e pazienza, non per nulla siamo un popolo dalla corta memoria. Evidentemente siamo afflitti da vissuti negativi, di cui spesso ci vergogniamo, ed è cosi che abbiamo rimosso il Fascismo e i suoi crimini, ridicolizzandolo lo abbiamo privato della sua indole maligna.

Abbiamo rimosso gli anni bui delle stragi, dei misteri tutti italiani avvolti da una nebbia tutta italiana, nebbia fatta di silenzi, di omertà, di depistaggi, che nessun governo, in decenni, ha operato realmente per dissipare. E noi, cittadini di questo strano Paese, non ci indigniamo più, se i morti ammazzati di Piazza Fontana, di Piazza Loggia, della Stazione di Bologna, di Ustica, dopo venti, trenta, quarant’anni, non riposano ancora in pace, che solo la giustizia e la verità possono donare.

Abbiamo rimosso gli scandali politico-finanziari degli anni ’70 e ’80, con corollario di sangue, che questo Paese baciato dal sole non riesce mai a evitare, scandali che investirono le maggiori banche italiane e…vaticane, evidentemente l’abito non fa il monaco, ma anche questo fatichiamo ad accettarlo.

Abbiamo dimenticato l’Italia “democratica” degli anni ’60 e ’70, tra un tentato golpe e l’altro, come se fossimo il Cile di Pinochet o l’Argentina delle giunte militari. Con la differenza che, là i golpe falliti vedevano i loro promotori pagare a caro prezzo certi azzardi, mentre da noi, i colpevoli dell’infedeltà alle Istituzioni Repubblicane, hanno meritato solo qualche rimbrotto e per non farsi mancare nulla, alcuni di loro sono stati premiati, nominandoli in posti chiave dell’apparato militare e di sicurezza. Ottenendo forse più cosi, che non se il golpe fosse riuscito, ma questa è la solita malizia…

Strano questo Paese, dove chi è corrotto, fa una rapida e gratificante carriera, rischiando pene irrisorie, e mal che vada si vede costretto a sparire dalla scena pubblica, ma giusto finché la gente non ha dimenticato, il che richiede poca pazienza visto la nostra smemoratezza. Mentre chi serve con fedeltà le leggi, lo fa anche a rischio della carriera e in certi casi della vita.Di Borsellino ci siamo ormai dimenticati, pochi giorni fa, alla manifestazione indetta in occasione dell’anniversario dell’attentato, hanno partecipato poche decine di persone, pessimo segnale. Sintomo del vento dell’indifferenza, che sembra essere tornato a soffiare con prepotenza nella storia dell’Italia.

Strano il nostro Paese, che si ricorda dei corrotti, ma si dimentica di quei servitori che hanno impegnato il proprio tempo, a difendere la giustizia e la legalità di questa Nazione, che ama definirsi democratica e libera. Libera si, ma da ogni obbligo morale o dovere nei confronti della legge.

Strano Paese questo, che torna in questi giorni a scoprire, come per anni, pochi “eletti” hanno influenzato le Istituzioni tramite uno strumento già utilizzato, la Loggia, questa volta P3, evidentemente sono cambiati alcuni personaggi e il nome, ma la sostanza è sempre la stessa.
Una fitta trama che collega le ramificazioni corrotte o deviate delle Istituzioni, a certi apparati economici che sembrano essere il tramite, con chi realmente tira le fila, da almeno un secolo, di questo sistema, la mafia.

Mafia vista non solo come organizzazione criminale, ma anche come modo di pensare, caratterizzato dalla rassegnazione dei più, dall’indifferenza e omertà di molti, in cui trova il suo habitat ideale, la furbizia di pochi, modo di pensare che si chiama semplicemente mentalità mafiosa.

Ogni giorno assistiamo a ingiustizie, più o meno grandi, e con indifferenza guardiamo oltre, minimizzando la portata di ciò cui abbiamo assistito, non rendendoci conto, che l’indifferenza ci assale sempre più, ogni volta che chiudiamo gli occhi, fino a rimanerne imprigionati.

Strano Popolo questo, che non ha memoria per ricordare i suoi eroi, i suoi morti, la sua storia, ma che non scorda i suoi calciatori, anche di anni addietro, come se fossero ancora in attività.

Strana l’Italia…

Giordano Dossi

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