MARONI SPIAZZA I SUOI SUL REDDITO DI CITTADINANZA
Proposta a sorpresa che piace (quasi) solo all'opposizione. Se è vera.
Il presidente della Regione Roberto Maroni ha
annunciato di voler introdurre in Lombardia il reddito di cittadinanza.
Non ha precisato i termini della proposta, che appare molto vaga,
probabilmente illusoria, ma ha immediatamente acceso il dibattito,
suscitando le reazioni più critiche da Matteo Salvini ("Proposta
sbagliata"), suo successore al vertice della Lega e da Maria Stella
Gelmini ("no all'assistenzialismo"), coordinatrice regionale di Forza
Italia. Critiche sono arrivate da tutto il fronte di maggioranza, con le
significative eccezioni del vice presidente Mantovani (FI) e del
presidente del Consiglio Cattaneo (Ncd).
Il reddito minimo d'autonomia, che è una modalità di applicazione del
reddito di cittadinanza, era presente anche nel programma di governo di Umberto Ambrosoli,
ed è una misura che punta a contrastare la povertà dando a tutti i
soggetti per un periodo dato e a determinate condizioni un sostegno
economico erogato mensilmente per garantire un livello di vita
accettabile. Il reddito di cittadinanza, più estensivamente, non prevede
limiti di tempo.
Il Pd ha accolto la provocazione di Maroni e ha chiesto di iniziare a
discuterne al più presto, ma ha anche messo in guardia il governatore
dal giocare con cifre e parole: "Noi siamo pronti a discuterne da subito
- ha detto a caldo il segretario Alessandro Alfieri -.
L'introduzione del reddito di autonomia era nel nostro programma
elettorale per la Regione, dunque ben venga il confronto. Attenzione,
però: è un obiettivo importante e ambizioso, che richiede serietà e
concretezza. Non bastano gli annunci né operazioni boomerang come quella
sui ticket".
Un'idea, per dare avvio, potrebbe essere quella di applicare il reddito minimo ai disoccupati over 50, troppo anziani per il mercato del lavoro e troppo giovani per la pensione.
Un'idea, per dare avvio, potrebbe essere quella di applicare il reddito minimo ai disoccupati over 50, troppo anziani per il mercato del lavoro e troppo giovani per la pensione.
Il Pd ha presentato una proposta di
legge regionale che prevede per loro, a condizione che seguano un
percorso di reinserimento lavorativo, un contributo mensile di 600 euro
per la durata di sei mesi (scheda).
"Occorre essere realistici e pragmatici - spiega Onorio Rosati - un buon inizio sarebbe quello di individuare le categorie maggiormente in difficoltà, come quella dei disoccupati con più di 50 anni, che cercano attivamente lavoro ma non lo trovano e sono ancora troppo lontani dalla pensione. Noi abbiamo una proposta di legge, già depositata in Consiglio, che prevede di garantire loro un contributo di 600 euro per un periodo di sei mesi a condizione che frequentino un corso di formazione verso il reinserimento lavorativo. In più, abbiamo previsto un incentivo alle imprese che assumono over50, oggi facilitate anche dal taglio dei contributi voluto dal Governo, e una misura rivolta alle pubbliche amministrazioni che impiegano lavoratori in cassa integrazione o disoccupati per lavori di utilità sociale".
"Occorre essere realistici e pragmatici - spiega Onorio Rosati - un buon inizio sarebbe quello di individuare le categorie maggiormente in difficoltà, come quella dei disoccupati con più di 50 anni, che cercano attivamente lavoro ma non lo trovano e sono ancora troppo lontani dalla pensione. Noi abbiamo una proposta di legge, già depositata in Consiglio, che prevede di garantire loro un contributo di 600 euro per un periodo di sei mesi a condizione che frequentino un corso di formazione verso il reinserimento lavorativo. In più, abbiamo previsto un incentivo alle imprese che assumono over50, oggi facilitate anche dal taglio dei contributi voluto dal Governo, e una misura rivolta alle pubbliche amministrazioni che impiegano lavoratori in cassa integrazione o disoccupati per lavori di utilità sociale".
Il progetto di legge del Pd è il n. 163 dal titolo "Misure a favore del
reinserimento al lavoro per lavoratrici e lavoratori over50 in stato di
disoccupazione", presentato il 29 aprile 2014.
Sul reddito di
cittadinanza, invece, hanno depositato un testo di legge i consiglieri
del Movimento 5 stelle. Maroni ha detto di volerlo prendere in
considerazione.
Questa la reazione di Salvini: "Con Maroni tutto risolto
e tutto chiarito. Ci siamo parlati ed è tutto a posto. Quello che
intende attuare la Regione Lombardia non è assolutamente un reddito di
cittadinanza".
P.S. Chiara Saraceno su "La Repubblica" ricorda come Maroni, da ministro, affossò la sperimentazione del Reddito minimo di inserimento. Le conversioni sono sempre bene accette, non vorremmo però siano solo frutto della necessità di un po' di visibilità o di strizzatine d'occhio a movimenti politici e sociali che fa comodo poter utilizzare, o almeno non averli ostili, per sostenere qualche battaglia più o meno populista.
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