domenica 15 febbraio 2015

Referendum Leghista


REFERENDUM "AUTONOMISTA" MARTEDÌ IN AULA. 5STELLE IN SOCCORSO DI MARONI?

Occorrono 54 voti e i grillini non si espongono, ma sarebbero orientati al sì
Ricordate le parole d'ordine della campagna elettorale di Maroni del 2013?
 
Il 75% delle tasse pagate dai lombardi rimarranno in Lombardia.
 
E il progetto politico nuovo era la Macroregione del nord. In questi quasi due anni di governo Maroni si sono succeduti obiettivi diversi, per varie ragioni sempre più annacquati, anche perché nel frattempo le cose sono cambiate e la Lega ha sostituito leadership e strategia. Ora siamo al dunque. Martedì l'Aula è chiamata a dare il via libera al punto di caduta di questo percorso: la proposta di indire il famoso referendum consultivo, un po' sull'onda di quelli dell'autunno scorso in Scozia e Catalunya. Ma in questi mesi, dovendo Maroni convincere non solo la maggioranza ma anche un pezzo dell'opposizione per avere i 54 voti necessari a indire la consultazione, il quesito è stato molto edulcorato, rendendo la spesa preventivata - 30 milioni di euro - ancora più assurda.

"Maroni insegue bandierine ideologiche, ma siamo ormai ai saldi di fine stagione. - attacca il segretario regionale Alessandro Alfieri - Era partito con l'indipendenza della Padania, poi è passato al referendum sullo Statuto speciale, ora siamo a un referendum inutile per chiedere ciò che la Costituzione già prevede, cioè il trasferimento di competenze in più alle singole regioni. Si può già fare, senza spendere 30 milioni di euro".
 
L'articolo 116 della Costituzione, infatti, prevede già il regionalismo differenziato, il conferimento di più competenze alle Regioni che ne fanno richiesta. Il nuovo testo di riforma prevede un percorso ancora più semplice.
"Maroni - continua il Segretario lombardo dei democratici - è spaventato dal voto di martedì in Aula e infatti, usando un trucchetto, vuole impedire la richiesta di voto segreto perché ha paura di qualche scherzo dei suoi. Stupisce piuttosto l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle: noi vogliamo abbreviare la legislatura regionale e faremo di tutto per mandare Maroni a casa prima del tempo. Loro si apprestano a fargli da stampella. Scriveremo a Beppe Grillo per sapere se è d'accordo con la scelta dei suoi consiglieri in Regione Lombardia".
 
I cinquestelle, infatti, in commissione si erano astenuti, lasciando però intendere che in Aula sarebbero stati pronti al via libera.

"Martedì abbiamo la possibilità di mostrare la debolezza della maggioranza di Maroni facendo mancare loro i 54 voti per questo referendum - aggiunge il capogruppo Enrico Brambilla -
Ai lombardi daremo un'alternativa: presenteremo un ordine del giorno che indica il percorso, con tempi più brevi, senza spendere milioni di euro, con maggiore partecipazione dei comuni, per ottenere il trasferimento di maggiori competenze come la Costituzione prevede. Diremo no a un referendum inutile che tra l'altro non prevede nemmeno la definizione delle materie su cui si vorrebbe ottenere maggiore autonomia. I cinquestelle sono pronti a barattare il loro voto favorevole con il via libera al voto elettronico, ma non si illudano, con queste procedure non c'è tempo e non c'è modo affinché si possa utilizzarlo già in primavera. Se Maroni avrà il via libera al referendum si voterà in modo tradizionale, con i relativi costi".
Alfieri riserva una stoccata a Maroni anche sul tema degli enti di area vasta, gli enti che hanno sostituito le Province:
"la Regione - ha detto il Segretario pd - deve dare risposte chiare. Siamo contrari alla logica del dare i soldi con il contagocce per tenere gli amministratori sotto scacco. Se Maroni non è in grado di dare certezze, credo che i presidenti degli enti di area vasta farebbero bene a restituire le funzioni che la Regione gli ha delegato, con il relativo personale. Se si chiede l'autonomia bisogna praticarla nei fatti".

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