REFERENDUM "AUTONOMISTA" MARTEDÌ IN AULA. 5STELLE IN SOCCORSO DI MARONI?
Occorrono 54 voti e i grillini non si espongono, ma sarebbero orientati al sì
Ricordate le parole d'ordine della campagna
elettorale di Maroni del 2013?
Il 75% delle tasse pagate dai lombardi
rimarranno in Lombardia.
E il progetto politico nuovo era la
Macroregione del nord. In questi quasi due anni di governo Maroni si
sono succeduti obiettivi diversi, per varie ragioni sempre più
annacquati, anche perché nel frattempo le cose sono cambiate e la Lega
ha sostituito leadership e strategia. Ora siamo al dunque. Martedì
l'Aula è chiamata a dare il via libera al punto di caduta di questo
percorso: la proposta di indire il famoso referendum consultivo, un po'
sull'onda di quelli dell'autunno scorso in Scozia e Catalunya. Ma in
questi mesi, dovendo Maroni convincere non solo la maggioranza ma anche
un pezzo dell'opposizione per avere i 54 voti necessari a indire la
consultazione, il quesito è stato molto edulcorato, rendendo la spesa
preventivata - 30 milioni di euro - ancora più assurda.
"Maroni insegue bandierine ideologiche, ma siamo ormai ai saldi di fine stagione. - attacca il segretario regionale Alessandro Alfieri
- Era partito con l'indipendenza della Padania, poi è passato al
referendum sullo Statuto speciale, ora siamo a un referendum inutile per
chiedere ciò che la Costituzione già prevede, cioè il trasferimento di
competenze in più alle singole regioni. Si può già fare, senza spendere
30 milioni di euro".
L'articolo 116 della Costituzione, infatti, prevede
già il regionalismo differenziato, il conferimento di più competenze
alle Regioni che ne fanno richiesta. Il nuovo testo di riforma prevede
un percorso ancora più semplice.
"Maroni - continua il Segretario lombardo dei democratici - è spaventato
dal voto di martedì in Aula e infatti, usando un trucchetto, vuole
impedire la richiesta di voto segreto perché ha paura di qualche scherzo
dei suoi. Stupisce piuttosto l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle:
noi vogliamo abbreviare la legislatura regionale e faremo di tutto per
mandare Maroni a casa prima del tempo. Loro si apprestano a fargli da
stampella. Scriveremo a Beppe Grillo per sapere se è d'accordo con la
scelta dei suoi consiglieri in Regione Lombardia".
I cinquestelle,
infatti, in commissione si erano astenuti, lasciando però intendere che
in Aula sarebbero stati pronti al via libera.
"Martedì abbiamo la possibilità di mostrare la debolezza della
maggioranza di Maroni facendo mancare loro i 54 voti per questo
referendum - aggiunge il capogruppo Enrico Brambilla -
Ai
lombardi daremo un'alternativa: presenteremo un ordine del giorno che
indica il percorso, con tempi più brevi, senza spendere milioni di euro,
con maggiore partecipazione dei comuni, per ottenere il trasferimento
di maggiori competenze come la Costituzione prevede. Diremo no a un
referendum inutile che tra l'altro non prevede nemmeno la definizione
delle materie su cui si vorrebbe ottenere maggiore autonomia. I
cinquestelle sono pronti a barattare il loro voto favorevole con il via
libera al voto elettronico, ma non si illudano, con queste procedure non
c'è tempo e non c'è modo affinché si possa utilizzarlo già in
primavera. Se Maroni avrà il via libera al referendum si voterà in modo
tradizionale, con i relativi costi".
Alfieri riserva una stoccata a Maroni anche sul tema degli enti di area
vasta, gli enti che hanno sostituito le Province:
"la Regione - ha detto
il Segretario pd - deve dare risposte chiare. Siamo contrari alla
logica del dare i soldi con il contagocce per tenere gli amministratori
sotto scacco. Se Maroni non è in grado di dare certezze, credo che i
presidenti degli enti di area vasta farebbero bene a restituire le
funzioni che la Regione gli ha delegato, con il relativo personale. Se
si chiede l'autonomia bisogna praticarla nei fatti".