DISCORSO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO PER L’APERTURA DELL’ANNO
SCOLASTICO 2014/2015
Ai rappresentanti del Parlamento e del
governo, a tutte le autorità, ai rappresentanti di tanti Comuni e Città ; a voi
care ragazze e cari ragazzi, insegnanti, dirigenti, lavoratori della scuola, e
insieme a voi, gentili genitori e famigliari che seguite giorno per giorno i
vostri cari nello studio e nell'apprendimento, un saluto ed augurio affettuoso.
L'incontro dedicato all'inaugurazione dell'Anno Scolastico - è tra i più belli
e significativi che la Presidenza della Repubblica ospiti, aprendosi alla più
vasta platea di telespettatori.
Non
c'è nulla di più gratificante e importante del dedicarsi al rendere migliore la
nostra scuola, più libere e capaci di esprimersi, rafforzarsi, realizzarsi le
vostre energie, le vostre intelligenze, la vostra creatività. Ne ha bisogno
acuto l'Italia per uscire dalle secche di una crisi drammatica - come ha detto
il ministro Giannini, lanciando il Piano del governo "La buona
scuola" e sollecitando la più ampia consultazione sui "12 punti"
di orientamento e di azione. Auspico
anch'io che a quella vera e propria mobilitazione di esperienze e di idee
partecipi il più gran numero di voci rappresentative del mondo della scuola e
dell'intera società italiana.
Oggi non solo l'Italia, ma tutta
l'Europa sono alle prese con una profonda crisi finanziaria, economica, sociale:
e fanno fatica ad uscirne. Possono
uscirne, Italia ed Europa, solo insieme, con politiche nuove e coraggiose per
la crescita e l'occupazione, dirette soprattutto e più efficacemente ai
giovani. Della crisi si discute ogni giorno nelle scuole, nei suoi stadi
più avanzati di studio e di formazione, e si discute nelle famiglie, dovunque le difficoltà del vivere da un mese
all'altro e le angosce per il futuro, soprattutto vedendo tanti giovani senza
lavoro e senza chiare prospettive, si fanno sentire di più.
Ebbene, sia chiaro che per farcela ci si deve non già chiudere in
vecchi recinti nazionali, e sbraitare contro l'Europa, ma stringerci ancor più
in uno sforzo comune, integrare ancor più le nostre energie, in spirito di
solidarietà, nella grande Europa unita che abbiamo via via costruito in oltre
sessant'anni.